Salta l’accordo con i turchi Futuro incerto per Pernigotti

Battuta d’arresto per il rilancio dello stabilimento di Novi Ligure (Al), dopo la rescissione del contratto, nelle score ore, da parte della proprietà dell’azienda dolciaria, da tempo in trattativa con la torinese Spes

28 settembre 2019 | 09:52
Il salvataggio annunciato ad agosto dall’allora ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sembra essere naufragato. Dopo giornate febbrili a discutere sui particolari di un accordo che avrebbe dovuto rilanciare la produzione dello stabilimento di Novi Ligure della Pernigotti, la doccia fredda è arrivata nella tarda serata di venerdì 27 novembre, quando la proprietà turca dell’azienda ha fatto sapere di voler rescindere contratto preliminare con la cooperativa torinese Spes per la cessione del comparto cioccolato-torrone.

La produzione dello stabilimento di Novi Ligure torna a rischio

«Avevamo capito, pur non ricevendo nessuna informazione ufficiale, che l'accordo tra Emendatori e Pernigotti fosse gravemente compromesso - ha detto ieri sera a caldo il presidente di Spes, Antonio Di Donna - ma speravamo che si trovasse una soluzione e che comunque l'accordo tra Pernigotti e Spes, non avendo evidenziato criticità, si potesse chiudere nel rispetto degli impegni sottoscritti».

E invece la comunicazione della proprietà ha mandato all’aria settimane di lavoro, rischiando ora di compromettere il futuro dei 150 lavoratori dello stabilimento piemontese. «Sono deluso e dispiaciuto, il progetto di Spes avrebbe potuto rilanciare il sito produttivo - ha aggiunto Di Donna - L'assunzione di tutto il personale e la valorizzazione del territorio novese erano alla base di quanto ho avuto modo di rappresentare ai lavoratori la scorsa settimana. Ora ho il rammarico che tutto resti solo un'illusione per le persone che ho incontrato».

Questi i presupposti con cui la cooperativa si presenterà all’incontro già calendarizzato al ministero per il 2 ottobre, con la speranza da parte dei vertici della cooperativa Spes che la trattativa possa ripartire.

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Alberto Lupini


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