Salute e alimentazione degli studenti Mense biologiche scolastiche dal 2018

Si è tenuta oggi a Milano la presentazione nazionale del primo sistema pubblico di riconoscimento delle Mense biologiche scolastiche certificate, operative a partire dal prossimo anno scolastico

18 dicembre 2017 | 17:50
Alla presentazione erano presenti, in una scuola di Milano, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e il sindaco Giuseppe Sala.



È la prima volta in Italia che le mense vengono definite e regolate come biologiche, dando in questo modo maggiori informazioni alle famiglie. Ad essere stati al centro della presentazione di oggi, i criteri di classificazione e i marchi atti a distinguere queste realtà dalle mense comuni. La norma, a questo proposito, prevede che le scuole che vorranno utilizzare il marchio volontario, dovranno inserire delle procedure minime di utilizzo di prodotti bio, con alcuni requisiti e tecniche particolari.

Per quanto poi riguarda i loghi, sono due: uno argento, uno oro, entrambi con la eurofoglia - simbolo Ue del bio - fatti per distinguere le due tipologie di mense previste dalla legge: chiaro che il logo color oro corrisponda ad una qualificazione d'eccellenza e a una maggior percentuali di prodotti bio. Per venire incontro alle famiglie che vogliono mandare i propri figli a queste mense, il Ministero ha istituito un fondo stabile con l'obiettivo di ridurre i costi a carico degli studenti.

«Il nostro impegno - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - per favorire e promuovere modelli agricoli e alimentari sostenibili va avanti anche attraverso il progetto delle mense scolastiche biologiche certificate. Abbiamo fissato regole chiare e condivise per valorizzare le scuole che vogliono favorire l'utilizzo di prodotti biologici, favorendo i principi di una sana alimentazione. Ci sono criteri di premialità anche per chi riduce gli sprechi alimentari e utilizza prodotti del territorio, per un’integrazione di filiera che coinvolga i produttori agricoli biologici locali. Il Fondo che abbiamo istituito potrà contribuire a rendere più accessibili i servizi e a proseguire le azioni di educazione alimentare iniziate con la stagione di Expo Milano. L’Italia si conferma anche con questi strumento un punto di riferimento per il biologico nel mondo. Abbiamo oltre 1,8 milioni di ettari coltivati e più di 70mila operatori, con questo ulteriore tassello rendiamo più forte il settore».

I CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
La mensa scolastica, per qualificarsi come biologica, è tenuta a rispettare, con riferimento alle materie prime di origine biologica, le seguenti percentuali minime di utilizzo in peso e per singola tipologia di prodotto:

Marchio argento
  • Frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (escl. succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine: 70%
  • Uova, yogurt e succhi di frutta: 100%
  • Prodotti lattiero-caseari (escl. yogurt), carne, pesce da acquacoltura: 30%

È prevista anche una qualificazione di eccellenza della mensa scolastica biologica nel caso in cui l’utilizzo di materie prime di origine biologica raggiunga le percentuali in peso e per singola tipologia di prodotto di seguito indicate

Marchio oro
  • Frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (escl. succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine: 90%
  • Uova, yogurt e succhi di frutta: 100%
  • Prodotti lattiero-caseari (escl. yogurt), carne, pesce da acquacoltura: 50%

Criteri di permeabilità
Per ridurre lo spreco alimentare e l’impatto ambientale, le stazioni appaltanti inseriscono nei bandi di gara, tra gli altri, i seguenti criteri di premialità:
  • Impegno a recuperare i prodotti non somministrati e a destinarli ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari
  • Percentuale di utilizzo di alimenti biologici prodotti in un’area vicina al luogo di somministrazione del servizio per ridurre l’impatto ambientale. L’area di produzione è considerata vicina se si trova in un raggio massimo di 150 km.

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Alberto Lupini


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