Nel servizio al ristorante un occhio di riguardo ai giovani

Spesso i giovani sono visti come “no business”, poco appetibili per un locale. Ma non è così. Avendo molta dimestichezza con i mezzi di comunicazione, possono diventare ottimi promotori di un ristorante o di un piatto

01 giugno 2018 | 08:41
di Marco Reitano
Quando ho cominciato a lavorare nella ristorazione avevo 19 anni, mi piaceva questo mestiere ma le mie esperienze gastronomiche si concretizzavano tra la buona cucina di mamma e qualche discreta pizzeria dove con gli amici si beveva una birra, forse di più. Ovviamente in Italia c’era già una ristorazione di livello, ma ai giovani, diciamo così, “rimbalzava”.



Il perché oggi i ristoranti d’eccellenza siano frequentati sempre più dai giovani va di certo cercato nel tessuto sociale, come risultante di un trend o vero e proprio passaggio epocale. Lascio a voi l’analisi della questione. Io da testimone di questo cambiamento e approfittando di queste poche righe ritengo utile fare alcune brevi considerazioni in merito, indirizzate al personale di sala.

I giovani sono i nostri clienti del futuro. Se abbiamo il ristorante pieno e siamo molto impegnati non sarà di certo il tavolo con la coppia adolescente a doverci rimettere... I giovani sono curiosi, comunicativi, una risorsa per il nostro business. Quando vengono a mangiare al ristorante mettiamoli a loro agio, aiutiamoli a conoscere le materie prime, trasmettiamo loro la nostra filosofia.

Parlando con i nostri avventori più giovani potremmo fare delle scoperte incredibili, potremmo essere stupiti dalla loro predisposizione, dalla loro acutezza. Di certo gli adolescenti ci arricchiscono, “rinfrescano” il nostro operato, hanno la mente poco “inquinata”, ci fanno evolvere e godere di quella spiccata simpatia e spensieratezza che li contraddistingue.

Purtroppo, soprattutto nel nostro Paese, il giovane è visto come un “no business”, e per questo diventa poco appetibile. Ma non è così. Specialmente in questi ultimi anni di boom enogastronomico, molti ragazzi preferiscono investire i loro risparmi in un’esperienza culinaria piuttosto che in abiti. Certamente sono ancora la minoranza, ma aiutiamoli a diventare sempre più numerosi! Arricchiamo le loro esperienze e rendiamoli protagonisti di piccole, grandi avventure. Il nostro mondo è pieno di segreti, di sfaccettature, che solo frequentando molte volte certi tipi di locali è possibile scoprire e godere.

Inoltre i giovani, avendo molta dimestichezza con i mezzi di comunicazione (in particolare i social network), sono i primi ad essere dei buoni promotori di un locale, di uno chef, di un vino o di un piatto. Quindi attenzione, anche l’effetto “viral” va tenuto in considerazione!

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Alberto Lupini


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