La sugar artist Francesca Speranza «Ci vuole estro e alchimia emozionale»

Francesca Speranza, sugar artist, ha mantenuto il primo posto della categoria Pasticceri a lungo durante il sondaggio di Italia a Tavola. Poi i risultati hanno subito i ribaltamenti che sappiamo e lei è arrivata quarta

13 marzo 2019 | 18:31
di Carla Latini
Francesca viene da una formazione di grafica e illustrazione per approdare al graphic&web designing. Nel 2012, affascinata dal mondo della pasticceria, decide di inventarsi sugar artist. Nel corso di questi anni merita premi nell’ambito della sua attività che la qualificano a livelli nazionali e internazionali.


Francesca Speranza

Complimenti per il risultato raggiunto. Ti sei impegnata attraverso i tuoi canali social, che vedo sono molto ben stimolati e assortiti, o hai lasciato al caso il tuo meritato quarto posto?
Innanzitutto grazie a Italia a Tavola per avermi inserito, per il secondo anno consecutivo, nella rosa dei 36 pasticceri; questo per me è motivo di orgoglio e conferma di quello che rappresento nel mio settore in Italia e in particolar modo all'estero. Venendo alla tua domanda, beh, ti dico che al caso lascio il destino. Per il resto tutto quello che faccio è frutto di studio e analisi. Pur essendo una “vulcanica creativa”.

Francesca che vuol dire essere “sugar artist”?
Darmi una definizione non è facile. Di sicuro con questo termine delineo meglio ciò che sento più affine a me. Essere sugar artist è creare soggetti, sculture, quadri, usando come materia prima elementi legati al mondo della pasticceria. Le creazioni sono principalmente frutto dell’estro, della sperimentazione, dell'alchimia emozionale. Tutti i miei pezzi sono unici, mai replicati, se non su espressa richiesta per corsi di formazione, che spesso trovano collocazione in atelier, negozi, e ancor più spesso in mostre e in concorsi. Proprio i concorsi sono lo stimolo per dar vita a nuove tecniche decorative e il trait d'union con le società che vedono i propri prodotti prendere nuova forma. Il che rende la mia attività altamente stimolante.



In che modo l’illustratrice che è in te ha stimolato la parte dolce?
Diciamo che in tutte le mie opere ritrovo lo schema mentale e creativo che avevo quando lavoravo come art director nella grafica pubblicitaria: studio approfondito dell'argomento da trattare, rielaborazione personale, ricerca di coesione fra più tecniche a volte in contrasto e analisi della fattibilità su un dolce vero. Se pur in tandem con Maestri Pasticceri, le mie doti artistiche devono dar vita a qualcosa di riproducibile nella realtà dell’arte bianca. Ho sempre dichiarato il mio grande rispetto e l’ammirazione per chi realizza il dolce ma sono sempre più convinta, visti i miei risultati, che la figura del decoratore, seppur un costo per molti, dovrebbe avere una connotazione precisa e una ricollocazione all’interno delle pasticcerie.

Aver collaborato con diverse agenzie pubblicitarie ha formato in te un lato marketing/pubblicitario che altri tuoi colleghi non hanno?
Sicuramente ha dato una visione più ampia di ciò che è la comunicazione e di come proporre un prodotto, fosse esso un’opera d'arte, scelta di colori, payoff, forme. Tutto mutuato dai miei studi d’indirizzo pubblicitario. Il mio marchio di fabbrica, come lo definisco, è nato ad esempio dalla rielaborazione e applicazione del China painting su porcellana, che sin da adolescente ho avuto modo di scoprire; a diciotto anni non ho voluto una festa ma chiesi un forno per cuocere ceramica e porcellana! Quindi la frase dei saggi: “impara l’arte e mettila da parte” nel mio caso calza a pennello.



Francesca Speranza sugar artist nasce nel 2012 e svolge l’attività di consulenza artistica utilizzando tecniche di painting, modeling, aerografia. Raccontami l’oggi e il futuro.
Se mi volto e ripercorro la strada fatta fino ad oggi. Ogni successo e insuccesso è una storia nella storia che ha formato in me la consapevolezza che con dedizione, infinita passione e voglia di apprendere si può fare tanto. Gioco con il colore che emoziona come una poesia, come una frase d'amore, e non c'è regalo più grande per chi come me cerca di rimanere bambino nell’anima. Al mio pubblico dico sempre di non provare a replicare ma di far propria la tecnica per regalare poi un pezzo di loro stessi nelle creazioni. Lo zucchero, il cioccolato o la ghiaccia sono come la creta, assorbono la nostra temperatura, il nostro stato emozionale per prendere una forma intrinseca che racchiude il nostro vissuto. È meraviglioso quando do una tavolozza con gli stessi colori ad un numero diverso di persone; il risultato finale mette in evidenza ogni aspetto caratteriale del singolo individuo.

L’emozione, la creazione, l’innovazione, tutto questo l’ha sempre spinta a voler approfondire nuove tecniche e a confrontarsi con nuove materie prime. Alla continua ricerca di sperimentazioni, creando opere che abbiano alla propria base il principio dell'emozionalità e rappresentino la sua filosofia di vita, quella di #vivereacolori, sempre.

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Alberto Lupini


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