Venticinque cuochi italiani da Martina per studiare il rilancio del settore

02 marzo 2015 | 17:13
Per la prima volta il ministero delle Politiche agricole chiama a raccolta i cuochi come consulenti per «far fare un salto di qualità al nostro agroalimentare», come osserva il ministro Maurizio Martina. E i grandi maestri della cucina italiana hanno risposto presentando le loro proposte. È quanto accaduto in occasione del “Forum della cucina italiana” ospitato al dicastero di via XX Settembre a Roma. All’incontro, coordinato da Paolo Marchi, curatore di Identità Golose, hanno partecipato 25 cuochi italiani pluristellati e pluripremiati: Massimo Bottura, Carlo Cracco, Franco Pepe, Antonia Klugmann, Pietro Zito, Claudio Liu, Marco Reitano, Ugo Alciati, Davide Scabin, Cesare Battisti, Moreno Cedroni, Pietro Leemann, Chicco Cerea, Raffaele Alajmo, Antonio Santini, Norbert Niederkofler, Niko Romito, Gennaro Esposito, Corrado Assenza, Pino Cuttaia, Cristina Bowerman, Simone Padoan, Gianfranco Vissani, Antonello Colonna, Fulvio Pierangelini.

L'evento ha però suscitato enormi polemiche per l'assenza di nomi eccellenti che rappresentano il passato e il presente della Cucina italiana. Tanto per citarne alcuni: Gualtiero Marchesi, Aimo Moroni, Annie Feolde, Alfonso Iaccarino, Enrico Crippa, Heinz Beck, Claudio Sadler, Mauro Uliassi, Davide Oldani e così via. Mancando questi grandi nomi, ed essendo stata affidata la coordinazione dell'evento ad uno dei tanti giornalisti del settore, l'incontro dei cuochi con il Ministro perde di valore già in partenza, qualunque sia il risultato che ne può scaturire. E lasciamo perdere il fatto che tutti i preesenti nei comunicati siano definiti 'chef'.



I 25 cuochi convocati a Roma hanno illustrato al Ministro cosa servirebbe per un comparto alimentare ancora più forte, dal miglioramento dei percorsi formativi delle nuove leve della ristorazione alla necessità di favorire il lavoro delle imprese con meno burocrazia. «Intendiamo fare un progetto collettivo - ha spiegato Martina - e in coordinamento con altri ministeri. Metteremo a punto un piano di lavoro individuando alcune priorità su cui muoverci, a cominciare dal miglioramento del percorso formativo, e ci riuniremo quindi di nuovo a luglio a Expo».

«Essere tutti qui radunati assieme grazie al Ministro - ha osservato Carlo Cracco, star ai fornelli e sul piccolo schermo - direi che è un piccolo miracolo. Dal Forum usciranno proposte e idee in cui cercheremo di coinvolgere tutto l’agroalimentare. Prima istanza è la formazione e da lì in poi, la materia prima, la tutela del territorio, tutte cose che vanno messe insieme per comporre un puzzle che unito va benissimo, frammentato non vale nulla».

«La prima cosa da fare è formazione - ha sottolineato - osserva un altro cuoco stellato, Niko Romito - far capire ai giovani tutta la filiera che si porta dietro un piatto ma è importante anche alleggerire la burocrazia. Le normative ci asfissiano; a differenza degli altri Paesi stranieri, per esempio, abbiamo difficoltà enormi nell’inserire gli stagisti in cucia. Dobbiamo mandar via tantissimi ragazzi che vorrebbero fare formazione».

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Alberto Lupini


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