Atleti in quarantena, che difficoltà! Lo spauracchio è la “fame da noia”

Mirko Sut è il cuoco della Nazionale italiana di ciclismo e ci racconta come i corridori oggi si allenano e gestiscono l'alimentazione in questo periodo senza gare nè allenamenti . Al di là del dispiacere del non poter correre e sfidarsi c’è anche il problema di mantenere una forma dignitosa per ripartire

01 aprile 2020 | 08:14
di Federico Biffignandi
Tutto fermo, anche lo sport, proprio sul più bello. Proprio mentre i rispettivi campionati nazionali di ogni sport stavano entrando nel vivo, proprio mentre gli atleti olimpici stavano affinando la loro preparazione in vista delle Olimpiadi di Tokyo, proprio mentre il ciclismo era pronto per le classiche di primavera e poi i Grandi Giri ecco che tutto si blocca. E, al di là, del dispiacere del non poter correre, gareggiare, sfidarsi c’è anche il problema di mantenere una forma dignitosa casomai si dovesse ripartire.


Mirko Sut

Riguarda tutti gli atleti - con le dovute proporzioni anche gli amatori - ma soprattuto quelli che fanno dell’allenamento e del mantenimento di una linea di fatto maniacale. Come i ciclisti. Abbiamo intervistato Mirko Sut, cuoco ufficiale della Nazionale di ciclismo e cuoco del CCC Team, per capire come i corridori si stiano comportando in questa quarantena forzata. «La situazione è stata complicata per tutto il movimento - ha esordito - perché le corse si stavano bloccando a macchia di leopardo e qualche team rinunciava a quelle poche che si stavano disputando. Io, personalmente, mi trovavo a Siena pronto per le “Strade Bianche” quando sono scattate le restrizioni, ma sono dovuto rientrare. Sono poi ripartito per il Belgio perché lì si doveva correre, ma sono dovuto rientrare a casa in fretta e furia vista la situazione così precaria e sempre più d’urgenza».

Interessante il paragone che Mirko Sut fa per inquadrare il periodo “sportivo” che stanno attravrsando i corridori. «Per loro - dice il cuoco - è come se fosse novembre. Sono nella fase “off-season” per cui carichi di lavoro ridotti al minimo, allenamenti blandi, curano un po’ la forza e qualche piccola ripetuta, ma tutto in casa».

Vista la scarsa attività fisica, l’alimentazione diventa ancor più cruciale per mantenere il peso-forma e non perdere la muscolatura già accumulata per l’inizio della stagione: «Abbiamo consigliato agli atleti di prediligere le proteine magre e quindi pesce e carne bianca, la verdura di stagione e molta frutta e spremute. Le regole, fondamentalmente, sono le solite. Diventa ancor più importante tuttavia curare l’idratazione - 2,5 o anche 3 litri di acqua al giorno - anche per prevenire contagi da virus».

Al di là di quello che si mangia una volta a tavola, fondamentale è non farsi attanagliare dalla routine quotidiana e dalla noia: «Il nemico principale - sottolinea Sut - è quello di lasciarsi tentare dalla cucina e di abbandonarsi alla fame da noia che è la più dannosa».

Medici e allenatori sono costantemente in contatto con gli atleti per monitorare condizioni fisiche, sanitarie e qualità degli allenamenti: «Il contatto è frequente - spiega il cuoco - ma molto è affidato anche alla responsabilità dei corridori tenendo presente che una piccola percentuale di ingrassamento sarà inevitabile. Per loro è davvero complicato restare concentrati perché, oltre alla generale situazione di precarietà, manca anche un obiettivo preciso, il calendario è tutto da ridefinire e nessuno sa su quali obiettivi puntare».

Ma i contatti sono stretti anche con il cuoco: «Ci sentiamo spesso con i corridori - dice Mirko Sut - perché mi chiedono alcune ricette salutari da prepararsi in casa. Questo serve da stimolo per loro, ma anche per me che cerco di inventare qualcosa di diverso per aiutarli».
 

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Alberto Lupini


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