Cuore a rischio con le temperature rigide

Il freddo aumenta il rischio di infarto. Nella stagione invernale si registrano picchi importanti complici anche fattori esterni, come le abbuffate natalizie o lo stress da lavoro prima e dopo le feste

09 gennaio 2019 | 17:25
Gli esperti, per questo, consigliano di prestare più attenzione se si soffre o si è a rischio di patologie cardiache. Ne ha parlato Maddalena Lettino, cardiologa di Humanitas, in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.




Cibo, alcol ma soprattutto il freddo sono i maggiori responsabili del picco di infarti che si registra la notte tra il 24 e il 25 dicembre, intorno alle 22. A dirlo è uno studio osservazionale apparso sul British Medical Journal, frutto di un’analisi condotta su oltre 300mila casi di infarto del miocardio avvenuti tra il 1998 e il 2013 e contenuti nel registro delle unità coronariche svedesi «Swedeheart».

Colpa di tanti fattori, fra i quali le basse temperature e il fatto che i vasi sanguigni di alcune persone a rischio non sono sempre in perfetta salute, la vigilia di Natale si registra un incremento del 37% di attacchi di cuore, mentre l’impennata si assesta su un +27% il giorno successivo e scende a +20% il 1 gennaio.

Gli studi che indicano infatti che il freddo intenso sia un possibile pericolo per cuore e vasi sono numerosi. Sempre in Svezia un’altra indagine pubblicata su Jama e condotta su oltre 274mila pazienti con problemi cardiovascolari ha dimostrato che nelle giornate con una temperatura al di sotto di 0°C il numero di infarti cresce. La vasocostrizione può infatti provocare la rottura delle placche aterosclerotiche. Il solo aumento di 8 gradi di temperatura riduce il rischio d’infarto del 3%.

L’associazione fra fatica e temperature polari può essere un vero nemico per il cuore e aumentare fino al 34% il pericolo di un infarto. Anche le infezioni respiratorie aumentano fino a 6 volte il pericolo di andare incontro a un attacco cardiaco. Il suggerimento è dunque quello di ridurre l’esposizione al freddo attraverso abbigliamento e riscaldamento adeguati, evitando sforzi sotto zero o sport invernali impegnativi. L’eventualità di un infarto inoltre è consistente specialmente se si sceglie di attività fisica al mattino, fra le 6 e le 10, quando la probabilità di eventi cardiovascolari è massima nell’arco delle 24 ore.

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Alberto Lupini


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