Disturbi alimentari nei bambini. Si abbassa l'età più a rischio
La fascia d’insorgenza si sta abbassando fino all’età pediatrica. Si stima che nel nostro Paese siano oltre 300mila i bambini che presentano sintomi. Picco di casi durante i lockdown
12 febbraio 2021 | 06:31
Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute oggi sono oltre 3 milioni le persone in Italia che soffrono di disturbi alimentari. Di queste il 70% è rappresentato da minori e purtroppo la fascia d’insorgenza si sta progressivamente abbassando fino all’età pediatrica: si parla di “baby anoressia” nel 3% della popolazione tra gli 8 e gli 11 anni. Si stima che nel nostro Paese siano oltre 300 mila i bambini che presentano sintomi di un disturbo legato all’alimentazione.
Durante i recenti periodi di lockdown sono aumentati i casi di esordi della malattia e si sono aggravano quelli preesistenti; l’isolamento dai compagni di scuola, l’impossibilità di fare attività fisica, la forzata e prolungata convivenza con la famiglia e la costante disponibilità di cibo in casa hanno fatto registrare un preoccupante aumento (+30%) di incidenza dei casi, in maniera omogenea in tutt’Italia.
Le figure di accudimento
Nella lotta contro problematiche così subdole e gravi come i Dca-Disturbi del comportamento alimentare è fondamentale non sottovalutare l’importante ruolo che può e deve essere giocato da figure di accudimento diverse: da una parte i genitori e i familiari, per cui non sempre è agevole cogliere i primi segnali di una difficoltà alimentare, se non nei casi limite, dall’altra le figure educative di riferimento dei bambini, quelle con cui passano la maggior parte del tempo, che hanno un punto di vista privilegiato. Maestre e insegnanti possono essere i primi a riconoscere quelli che sono gli indicatori legati a problemi con cibo, identità, peso e immagine corporea.
Le attività di FoodNet
Su questo fronte è molto attivo il portale FoodNet. «Sono triplicate le mail che ci arrivano – spiega la responsabile Deborah Colson - Sono soprattutto genitori, che in questi mesi sono stati più del solito a contatto con i bambini e li hanno potuti finalmente osservare da vicino e per periodi prolungati. Notano comportamenti “strani”, si allarmano, cercano aiuto in rete e trovano FoodNet. Grazie al nostro team di psicologi e nutrizionisti riusciamo a dare una risposta molto rapida, entro le 24 ore. In molti casi si tratta di problematiche alimentari transitorie e non rilevanti, caratteristiche del periodo adolescenziale e destinate a rientrare in modo naturale. In altri casi, invece, tali manifestazioni rappresentano indicatori importanti per favorire l’identificazione precoce di quello che potrebbe sfociare in un disturbo alimentare vero e proprio e che un riconoscimento tempestivo potrebbe efficacemente prevenire: in questi caso segnaliamo le strutture sul territorio cui rivolgersi».
Oltre allo sportello d’ascolto FoodNet realizza degli interventi gratuiti nelle scuole di tutt’Italia: grazie a materiali creativi e coinvolgenti si affrontano queste tematiche delicatissime con il linguaggio e la leggerezza adatti ai bambini di quell’età. Gli incontri, rivolti alle classi quinte elementari, sono volti a fornire ai bambini stessi i primi strumenti per capire ed essere consapevoli che esiste un legame diretto, anche se spesso ignorato, tra cibo ed emozioni e che la maggior parte delle nostre scelte ha carattere istintivo e “di pancia”, piuttosto che di testa.
Per informazioni: www.foodnet.it
Si parla di “baby anoressia” nel 3% della popolazione tra gli 8 e gli 11 anni
Durante i recenti periodi di lockdown sono aumentati i casi di esordi della malattia e si sono aggravano quelli preesistenti; l’isolamento dai compagni di scuola, l’impossibilità di fare attività fisica, la forzata e prolungata convivenza con la famiglia e la costante disponibilità di cibo in casa hanno fatto registrare un preoccupante aumento (+30%) di incidenza dei casi, in maniera omogenea in tutt’Italia.
Le figure di accudimento
Nella lotta contro problematiche così subdole e gravi come i Dca-Disturbi del comportamento alimentare è fondamentale non sottovalutare l’importante ruolo che può e deve essere giocato da figure di accudimento diverse: da una parte i genitori e i familiari, per cui non sempre è agevole cogliere i primi segnali di una difficoltà alimentare, se non nei casi limite, dall’altra le figure educative di riferimento dei bambini, quelle con cui passano la maggior parte del tempo, che hanno un punto di vista privilegiato. Maestre e insegnanti possono essere i primi a riconoscere quelli che sono gli indicatori legati a problemi con cibo, identità, peso e immagine corporea.
Le attività di FoodNet
Su questo fronte è molto attivo il portale FoodNet. «Sono triplicate le mail che ci arrivano – spiega la responsabile Deborah Colson - Sono soprattutto genitori, che in questi mesi sono stati più del solito a contatto con i bambini e li hanno potuti finalmente osservare da vicino e per periodi prolungati. Notano comportamenti “strani”, si allarmano, cercano aiuto in rete e trovano FoodNet. Grazie al nostro team di psicologi e nutrizionisti riusciamo a dare una risposta molto rapida, entro le 24 ore. In molti casi si tratta di problematiche alimentari transitorie e non rilevanti, caratteristiche del periodo adolescenziale e destinate a rientrare in modo naturale. In altri casi, invece, tali manifestazioni rappresentano indicatori importanti per favorire l’identificazione precoce di quello che potrebbe sfociare in un disturbo alimentare vero e proprio e che un riconoscimento tempestivo potrebbe efficacemente prevenire: in questi caso segnaliamo le strutture sul territorio cui rivolgersi».
Il team di psicologi e nutrizionisti riesce a dare una risposta molto rapida, entro le 24 ore
Oltre allo sportello d’ascolto FoodNet realizza degli interventi gratuiti nelle scuole di tutt’Italia: grazie a materiali creativi e coinvolgenti si affrontano queste tematiche delicatissime con il linguaggio e la leggerezza adatti ai bambini di quell’età. Gli incontri, rivolti alle classi quinte elementari, sono volti a fornire ai bambini stessi i primi strumenti per capire ed essere consapevoli che esiste un legame diretto, anche se spesso ignorato, tra cibo ed emozioni e che la maggior parte delle nostre scelte ha carattere istintivo e “di pancia”, piuttosto che di testa.
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