Parlare le lingue fa bene per contrastare l’Alzehimer

Chi parla almeno una lingua straniera guadagna anche in salute. Ne sono convinti i ricercatori della Concordia University che l’hanno reso noto in uno studio pubblicato sulla rivista Neuropsychologia

13 settembre 2019 | 14:48
Gli studiosi hanno usato i dati di risonanze magnetiche complete ad alta risoluzione e sofisticate tecniche di analisi per misurare lo spessore della corteccia e la densità dei tessuti all’interno di specifiche aree del cervello. Il campione comprendeva 94 persone, metà monolingue e metà bilingue. Hanno commentato i risultati di questa ricerca Lara Fratticci, neurologa di Humanitas ed Elisabetta Menna, ricercatrice di Humanitas e dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr.

Conoscere le lingue aiuta a mantenere giovane il cervello

Secondo i ricercatori, nei poliglotti c’è una correlazione tra lo spessore corticale di quelle regioni del cervello dedicate al linguaggio e al controllo cognitivo e l’esecuzione di compiti di memoria episodica. Gli studiosi hanno infatti messo in relazione l’aumento della materia grigia in queste regioni con maggiori abilità cognitive, sostenendo che parlare due lingue potrebbe migliorare il funzionamento della memoria e ritardare gli effetti cognitivi dell’atrofia correlata alle patologie.
«I nostri risultati contribuiscono alle ricerche che indicano che parlare più di una lingua è uno dei fattori dello stile di vita che contribuisce di più all’area cognitiva - ha affermato Natalie Phillips, docente del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo canadese -. Sosteniamo perciò l’idea che il multilinguismo e i relativi benefici cognitivi e socioculturali siano associati alla plasticità cerebrale».

Imparare due lingue rende il nostro cervello più brillante e “resistente”. Se i vantaggi del bilinguismo sulle prestazioni cognitive sono noti da tempo, ora diversi centri di ricerca, tra cui il Nizam’s Institute of Medical Sciences di Hyderabad (India), ha aggiunge un ulteriore tassello: il bilinguismo protegge dai danni di un ictus. Chi parla almeno due lingue ha il doppio delle probabilità di recuperare le abilità cognitive dopo un ictus rispetto ai monolingui. Lo studio, pubblicato su Stroke, è stato condotto su 608 pazienti colpiti da ictus ischemico. Più della metà era bilingue. Fra questi il 40% dei pazienti ha avuto una ripresa normale delle funzioni cognitive rispetto al 20% dei monolingui. L’afasia invece colpiva indistintamente: il bilinguismo non faceva da scudo contro questo disturbo del linguaggio causato da lesioni cerebrali.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Credits  -  Policy  -  PARTNER  -  EURO-TOQUES | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024