Mal di schiena, un problema comune Ma prestare attenzione alla frequenza

Il mal di schiena è uno dei problemi di salute più comuni e colpisce fino a 8 persone su 10 almeno una volta nella vita; in particolare la zona interessata più spesso a questo disturbo è la parte lombare, la più bassa

06 gennaio 2019 | 12:40
Si tratta di una delle più frequenti conseguenze di disabilità professionale ed è spesso causa di assenza dal lavoro. Proprio di mal di schiena e dei diversi tipi di dolore che possono colpire la colonna vertebrale ne ha parlato Stefano Respizzi, direttore del dipartimento di Riabilitazione e recupero funzionale in Humanitas, in un’intervista a obiettivo benessere su Radio 24, tratta da Humanitasalute, che riportiamo integralmente di seguito.




Molti pazienti sono preoccupati dal mal di schiena, ma questo disturbo non va percepito come disabilitante, perché nella maggior parte dei casi è assolutamente gestibile. Pertanto è bene non sottovalutare i sintomi, ma senza allarmarsi.

Innanzitutto occorre che il paziente capisca che tipo di dolore avverte, si distinguono infatti tre tipologie di dolori alla colonna:
  • Un dolore semplice, come se fosse una barra appoggiata alla schiena, localizzato dunque alla schiena, con rigidità. È un dolore muscolo-scheletrico.
  • Un dolore che il paziente descrive come bruciore, calore: è un dolore di tipo neuropatico, con interessamento delle radici nervose sensitive.
  • Un dolore irradiato, che dai lombi si irradia al gluteo e alla coscia, fino al piede; segnala una probabile radicolopatia, ovvero la sofferenza di una radice nervosa e potrebbe far sospettare un’ernia del disco.

Quando rivolgersi al medico
Se l’episodio di lombalgia si risolve spontaneamente in 3-4 giorni non necessita di accertamenti. Se invece gli episodi sono ripetuti e iniziano a essere 3 o 4 nell’arco di uno o due mesi, il disturbo sta diventando frequente e dunque è bene sottoporsi a visita medica. In prima istanza ci si può rivolgere anche al medico di medicina generale, che deciderà in seguito se indirizzare il paziente da uno specialista (fisiatra, ortopedico o neurochirurgo).

Lo specialista deciderà poi, in caso di segnali sospetti, quali accertamenti effettuare. È bene sottolineare che nella maggior parte dei casi è sufficiente una radiografia della colonna lombare; la raccomandazione arriva anche dalla Società Italiana di Radiologia, che suggerisce di non esagerare con gli esami strumentali.

In presenza di determinati sintomi, che noi specialisti chiamiamo bandiere rosse, sono invece indicati gli esami di secondo livello, come Tac e risonanza magnetica.

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Alberto Lupini


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