Psoriasi, 2 milioni di casi in Italia Ma esistono nuove terapie

È una malattia cronica e ciclica che causa un disordine di crescita della pelle, colpisce indistintamente uomini e donne. Un paziente su 10 ha una forma non lieve per cui esistono diversi trattamenti

26 giugno 2019 | 10:23
Recentemente è stata approvata una nuova terapia che risulta essere efficace fin dalle prime assunzioni e il cui effetto persiste negli anni. Una buona notizia per i 2 milioni di italiani che soffrono di psoriasi. Ne ha parlato Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità di Dermatologia di Humanitas, in un’intervista i cui contenuti sono stati riportati in un articolo di Humanitasalute, che vi riproponiamo di seguito.

I nuovi trattamenti per la psoriasi sono rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale


 «Nella psoriasi a placche le lesioni compaiono per lo più a livello del cuoio capelluto, del tronco e su braccia e gambe, ma anche le unghie possono essere coinvolte. Poco più del 10% dei pazienti ha una psoriasi moderata-grave, che non può essere trattata solo con i trattamenti topici o con le terapie convenzionali sistemiche - ha  spiegato Costanzo - Circa la metà dei pazienti che ne soffre si cura nei modi più svariati, ricorrendo anche a terapie non convenzionali e solo una minoranza assume farmaci davvero efficaci, assunti in modo appropriato e continuativo. Perché? Le cause sono molteplici, ma è molto importante che i malati stessi sappiano che oggi è possibile raggiungere un obiettivo a lungo considerato inarrivabile: ottenere e mantenere nel tempo una cute completamente libera da lesioni».

Le nuove terapie, rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale a seguito della recente approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sono indicate proprio per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave. Il meccanismo di brodalumab «ha un’azione antinfiammatoria potente e selettiva e un’attività molto veloce - ha detto il professore - perché immediatamente le cellule interessate non hanno più segnale infiammazione e non riescono a mettere in moto tutti i meccanismi necessari a far diventare la pelle arrossata, a produrre squame».

«Gli effetti si vedono già dalla prima iniezione - ha assicurato l’esperto - già dopo meno di una settimana. E tutto questo avviene senza peraltro compromettere le funzioni del sistema immunitario. Il beneficio principale è il livello di “pulizia della pelle” su cui non si riscontrano più lesioni, un livello che è superiore a quanto abbiamo avuto finora: più della metà dei pazienti ad un anno dall’inizio della terapia ha la pelle completamente pulita. I risultati si vedono in poche settimane e perdurano nel tempo, con un miglioramento significativo della qualità di vita dei malati».


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Alberto Lupini


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