Lo smartphone toglie ore di sonno Ne risente una donna su cinque

La dipendenza dai dispositivi mobili colpisce meno gli uomini: solo uno su otto perde ore di sonno a causa della “luce blu” che emettono e che danneggia il ritmo circandiano

20 giugno 2019 | 17:48
Ad affermarlo è una ricerca condotta dall’australiana Queensland University of Technology. Secondo l’indagine oltre una persona su dieci di entrambi i sessi accusa il dispositivo simbolo dei nostri tempi di aver diminuito la produttività. Di questo problema, medico e sociale, ha parlato Vincenzo Tullo, neurologo e specialista in medicina del sonno e delle cefalee di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente


Smartphone di notte, il sonno ne risente


I ricercatori hanno sottoposto a questionari 709 persone tra 18 e 83 anni con domande sull’utilizzo e le sensazioni associate allo smartphone. Dallo studio è emerso che il 24% delle donne e il 14% degli uomini può essere considerato un utilizzatore problematico e che Il 14% delle donne e l’8% degli uomini cerca di nascondere il tempo passato al telefono. Fra le conseguenze dell’uso l’8% circa del campione di entrambi i sessi ha accusato qualche dolore o fastidio fisico. Sono percentuali, queste, che hanno conosciuto un aumento sensibile rispetto a quelle registrate a seguito di un’analoga ricerca nel 2005, quando la tecnologia per la telefonia cellulare era di gran lunga meno sviluppata. Lo studio sottolinea anche la crescente influenza dello smarthphone su diversi aspetti della vita quotidiana, dalla perdita di sonno all’allentarsi delle responsabilità, per cui il calo nell’attenzione alla guida è l’esempio più immediato.

Che i tablet, gli smartphone e i computer (ovviamente per chi ne abusa) siano killer del sonno è la conclusione cui è arrivato anche un esperimento effettuato negli Stati Uniti sul riposo di persone adulte in due condizioni diverse: dopo aver fatto uso di dispositivi portatili e dopo avere letto materiale stampato. In entrambe le situazioni l’illuminazione nell’ambiente è stata scarsa, fino a quando i partecipanti hanno scelto di andare a letto. La prima differenza ha riguardato l’ora di coricarsi: chi utilizzava dispositivi elettronici ha scelto di andare a letto molto più tardi, anche sapendo che la sveglia sarebbe stata puntata alle 6 del mattino. I ricercatori hanno scoperto che gli utenti di dispositivi elettronici erano meno assonnati a letto e meno attenti durante la prima ora dopo il risveglio rispetto ai lettori di carta stampata.

Il sonno per i lettori del cartaceo è arrivato in media 30 minuti prima che per gli utenti di smartphone e tablet. Su questo aspetto in particolare si possono soltanto avanzare delle ipotesi, ad esempio che la luce dei dispositivi elettronici sopprima la secrezione di melatonina, l’ormone che regola il sonno; oppure che l’equilibrio luce-buio sia alterato dalla luce blu emessa dai dispositivi elettronici; o ancora la luminosità degli schermi e la tendenza degli utenti a tenerli vicino a sé. Quindi, in attesa di ricerche più approfondite sulle cause dell’insonnia da smartphone, il consiglio è semplice: spegnere i dispositivi, perché per essere riposati al sonno non c’è sostituto.

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Alberto Lupini


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