Smettere di fare sport fa male anche al cervello

Lo rivela uno studio effettuato dalla rivista Frontiers su un gruppo di maratoneti fermo da dieci giorni, dopo un lungo periodo di allenamento. I medici sconsigliano dunque uno stop improvviso dell’attività fisica

12 febbraio 2020 | 15:30
Lo stop improvviso dell’attività sportiva può essere dannoso, non solo al nostro corpo ma anche al nostro cervello. È il risultato di una ricerca condotta dalla rivista Frontiers in Aging Neuroscience su un gruppo di maratoneti fermo da dieci giorni: la risonanza magnetica cui sono stati sottoposti ha fatto emergere un minore flusso del sangue all’ippocampo, la parte di cervello deputata a memoria ed emozioni.

Non si dovrebbe mai smettere di fare attività fisica

Smettere improvvisamente di fare sport è dunque dannoso? Ne ha parlato Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello sport in Humanitas in un articolo riportato su Humanitasalute, che vi riproponiamo.


«Per chi fa attività sportiva, soprattutto se la svolge da tanti anni e con una certa importanza, lo stop improvviso può essere dannoso sul piano cerebrale, ma anche su quello umorale, muscolare e articolare», commenta il dottor Volpi.

Quanta attività fisica bisognerebbe fare? «Lo sport va sempre affrontato in maniera seria e non va improvvisato. Va pianificato, scegliendo la propria attività, anche chiedendo consiglio al medico di base, tenendo conto della propria età e delle proprie possibilità. L’attività sportiva deve essere percepita come piacevole, si può andare a correre, si può andare in bicicletta, si può nuotare e si può semplicemente camminare. Chi non vuol fare sport può camminare mezz’ora al giorno: è molto salutare, purché la camminata sia un po’ veloce, al fine di stimolare adeguatamente l’attività cardiocircolatoria e quella respiratoria», spiega il dottor Volpi.

Quando ci si ferma dal fare sport diminuisce prima la forza o la resistenza? «Dipende dall’età. È bene sottolineare che anche se non si fa pratica sportiva strenua, già solo condurre una vita attiva e non completamente sedentaria – per esempio muovendosi a piedi, preferendo le scale all’ascensore – permette di fare un minimo di attività fisica che conferisce un mantenimento».

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Alberto Lupini


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