Lo sport di squadra fa bene anche alla mente

Lo sport? Meglio se di squadra, specie per i preadolescenti. A rivelarlo è una ricerca della Washington University: l’attività fisica non è soltanto un toccasana per il corpo, ma presenta benefici anche per la mente

08 maggio 2019 | 09:47
Ne ha parlato la professoressa Daniela Lucini, responsabile di Medicina dell’esercizio in Humanitas, in un articolo apparso su Humanitasalute, che riportiamo di seguito.




Non importa che sia calcio, rugby o pallacanestro; la partecipazione agli sport di squadra è collegata a una minore probabilità di depressione nei teenager e a modificazioni nella struttura del loro cervello. Ad aprire nuovi scenari per contrastare i problemi dell’umore nei teenager è lo studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging.

I ricercatori hanno esaminato un campione di oltre 4mila bambini di età compresa fra i 9 e gli 11 anni, i cui genitori hanno fornito informazioni sulla partecipazione dei loro figli a sport o altre attività e su eventuali sintomi depressivi. Le scansioni cerebrali dei bambini hanno fornito dati sul volume del loro ippocampo, un’area del cervello importante per la memoria e per l’umore. Mentre altri studi hanno dimostrato l’impatto positivo dell’esercizio sulla depressione e il legame con il volume dell’ippocampo negli adulti, questo studio è tra i primi a dimostrare che la partecipazione agli sport di squadra può avere effetti antidepressivi simili nei bambini preadolescenti.

«Abbiamo scoperto che il coinvolgimento nello sport è correlato a un aumento del volume dell’ippocampo e alla riduzione della depressione nei giovanissimi», ha dichiarato Lisa Gorham, autrice principale dello studio. Queste relazioni sono risultate particolarmente forti in chi faceva parte di squadre scolastiche e società sportive rispetto a chi aveva un impegno più informale nelle attività fisiche, e questo probabilmente per la maggior interazione sociale o alla regolarità che comporta il lavoro in team. Sebbene non sia stato possibile dimostrare una relazione causale specifica - in altre parole se sia la partecipazione allo sport di squadra a rappresentare un antidepressivo o siano i bambini a maggior rischio depressivo che tendono a praticare questo tipo di attività sportive - i ricercatori sottolineano l’importanza di approfondire il tema con altri studi sulla prevenzione e il trattamento di questa condizione nei giovani perché «se venisse confermato l’impatto degli sport sull’umore e lo sviluppo del cervello, si potranno stabilire nuovi approcci per prevenire la depressione».

«Sicuramente lo sport può avere moltissimi benefici - ha aggiunto la specialista - oltre quelli legati alla salute fisica. Sono molti i dati che mostrano come lo sport possa essere uno strumento importante per la gestione di problematiche legate a stress, depressione. Quello di squadra in particolare nei ragazzi, ma anche quello da svolgersi da soli. Le spiegazioni sono molteplici: di fatto lo svolgere regolare attività fisica è in grado di modificare alcuni meccanismi implicati nella regolazione dell’umore. Non va poi dimenticato il ruolo di socializzazione, né il ruolo educativo dello sport».

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Alberto Lupini


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