Stipsi, regolarità dell'intestino Importante idratarsi e mangiare sano

La stipsi in realtà non è una malattia, ma un sintomo che può nascondere diverse patologie ed è dunque importante comprendere quale sia la causa della apparente stitichezza

01 settembre 2018 | 18:40
Di questo argomento ha parlato Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas, in un intervento a Tutta salute su Rai3, tratto da Humanitasalute, che riportiamo di seguito integralmente.




A esserne colpiti sono soprattutto le donne e gli anziani: per quanto riguarda le donne, si pensa ci sia un coinvolgimento ormonale nella motilità intestinale e inoltre sappiamo che la sindrome dell’intestino irritabile (di cui la stipsi è uno dei sintomi) è una patologia a prevalenza femminile. Gli anziani invece, per esempio, tendono a bere di meno oppure assumono alcuni farmaci che possono determinare stitichezza.

Diverse tipologie di stitichezza
Ci sono vari tipi di stitichezza: un primo tipo viene definito inerzia del colon ovvero un intestino pigro, che si contrae in maniera molto lenta. In altri casi invece, nella parte finale, tutti i muscoli della pelvi dedicati all’atto della defecazione non si comportano in maniera sinergica e quindi non sono coordinati. In altri casi ancora invece, possono essere presenti entrambe le condizioni; mentre, nella sindrome del colon irritabile la causa non è ben nota.

In genere, gli stili di vita sono la causa principale di stitichezza; concorrono in particolare un’alimentazione povera di fibre, la disidratazione, la sedentarietà e l’assunzione di alcuni farmaci. La stitichezza è poi comune in alcune condizioni, come la gravidanza.

Quando rivolgersi al medico e gli esami per la diagnosi
In generale, si verificano meno di tre evacuazioni alla settimana, tendenza o necessità di sforzarsi durante la defecazione, sensazione di defecazione incompleta, presenza di feci dure o caprine (a palline).

È molto importante capire se si tratti di un problema di transito e in questo caso si sottopone il paziente allo studio dei tempi di transito intestinale, ovvero specifiche radiografie che osservano il transito intestinale. La manometria anorettale è invece molto utile per capire come si muove la pelvi, in alcuni casi è indicata la defecografia e infine per determinati pazienti occorre la colonscopia.

I consigli per la regolarità intestinale
È importante curare gli stili di vita, con una buona alimentazione (5 porzioni di frutta e verdura o 20 grammi di fibre al giorno), una sufficiente idratazione (più di un litro e mezzo di acqua al giorno) e il movimento fisico. Laddove occorrano si possono assumere integratori o lassativi osmotici ovvero che richiamano acqua e facilitano l’attività intestinale.

Per quanto riguarda le cure, bisogna innanzitutto capire il tipo di stitichezza. Se si tratta di un problema di motilità, si può ricorrere all’assunzione di fibre insolubili, a lassativi osmotici o a farmaci in grado di agire sulla motilità. Se invece il problema è di stitichezza basso, può essere necessario l’utilizzo di alcuni clisteri. È comunque bene evitare il fai da te e rivolgersi al medico.

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Alberto Lupini


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