L'uso di smartphone e tablet a letto Prima causa di un sonno difficile

13 dicembre 2015 | 10:44
Non riuscire a dormire bene è un problema attuale e sempre più frequente. Molto spesso la colpa è da attribuire ad una brutta abitudine, frequente sia nei bambini che negli adulti: l’uso della tecnologia a letto. Smartphone e tablet, infatti, utilizzati o per passatempo o per lettura di email - perfino di libri, basti pensare all’ebook - possono facilmente impedire all’essere umano di prendere facilmente sonno. La colpa, secondo diversi studi, potrebbe essere della luce che questi dispositivi emettono. Riportato di seguito un approfondimento di questa problematica, tratto da humanitasalute.it, a cui è annessa l'opinione di Vincenzo Tullio, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas Lab.




Tecnologia con modalità “salva-sonno”?
Dalla University of California arrivano delle indicazioni sulle conseguenze che la tecnologia ha sul sonno dei bambini. Una ricerca, pubblicata su Pediatrics, ha analizzato il sonno di oltre 2mila bambini fra i 9 e i 12 anni: è emerso che chi andava a letto con un dispositivo elettronico a portata di mano si addormentava in media 37 minuti più tardi, ma non solo. Ogni giorno il sonno si riduceva di 20 minuti.

Da ultimo uno studio su Frontiers in Public Health realizzato da diversi istituti tra cui l’Evelina Children Hospital di Londra. Come sottolinea uno dei ricercatori, usare la tecnologia potrebbe tardare anche di un’ora il momento in cui si chiude occhio. Gli esperti hanno anche notato come un paio di occhiali con lenti arancioni e un’app ideata per ridurre la luminosità a corto raggio di sera fossero in grado di ridurre l’influenza negativa di smartphone ed e-reader sul sonno. Per dormire bene, si legge nello studio, c’è bisogno dunque di dispositivi con modalità “salva sonno”, con luci dai colori diversi dal blu e dal verde e con intensità e retroilluminazione ridotte.

Perché la luce dei dispositivi tecnologici interferisce con il sonno?
«La luce, e dunque anche la luce blu degli strumenti hi-tech - commenta il dottor Vincenzo Tullo - interferisce con la produzione di melatonina, la sostanza che regola il ciclo sonno-veglia. Il rilascio di melatonina non è immediato ma continuo. La melatonina raggiunge il suo picco tra le 2 e le 5 della notte ed è fondamentale non solo per addormentarsi: se il rilascio di melatonina è disturbato dalla luce, si ha difficoltà non solo a prendere sonno ma anche a mantenerlo».

Ecco qualche consiglio per un buon sonno:
  • No alla tecnologia. La National sleep foundation suggerisce di spegnere pc, smartphone e tablet almeno un’ora prima di mettersi a letto: «È un suggerimento valido. E che vengano spenti intorno alle 22.30/23: è fondamentale anche l’ora in cui si va a letto. Chi dorme a sufficienza, la mattina dopo, beneficia di migliori performance cognitive ha una memoria migliore e si concentra meglio».
  • Libro o e-book? «Per addormentarsi è meglio leggere su carta che su dispositivi elettronici».
  • Il lavoro non deve entrare a letto. «Spegnendo i dispositivi tecnologici non cederemo nemmeno alla tentazione di controllare la mail o l’agenda del giorno dopo: pensare al lavoro può diventare una fonte di stress e anche lo stress interferisce con il sonno».
  • Dispositivi lontani dagli occhi. La Mayo clinic statunitense suggerisce di usare la tecnologia di sera con luce ridotta e almeno a 35 centimetri dagli occhi. «Anche la distanza è importante: è l’intensità della luminosità che disturba».
  • Andare a letto in condizioni ottimali. «Non consumare caffè o altre sostanze eccitanti nel tardo pomeriggio; non andare a letto subito dopo cena e non fare attività fisica qualche ora prima; usare un materasso adeguato e mantenere una buona temperatura in camera da letto, né troppo fredda, né troppo calda. Questi sono i consigli da seguire per dormire bene, validi in particolare per le persone anziane che già naturalmente godono di un livello ridotto di melatonina che, con l’età, comincia a diminuire».

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Alberto Lupini


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