Vitamina D, uno scudo al Covid? Cosa è e dove trovarla

Uno studio spagnolo ha evidenziato che oltre l'80% dei pazienti ricoverati per Covid ha una carenza di vitamina D. La carenza può dipendere da un’inadeguata esposizione solare e un insufficiente apporto attraverso cibi

28 ottobre 2020 | 11:16
C’è una correlazione tra vitamina D e coronavirus? Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism e condotto in Spagna dal gruppo di José Hernández dell'Università della Cantabria a Santander ha evidenziato che oltre l'80% dei pazienti ricoverati per Covid ha una carenza di vitamina D, un nutriente importante anche per il corretto funzionamento del sistema immunitario.


Oltre 8 pazienti su 10 ricoverati per Covid nell'ospedale spagnolo erano carenti di vitamina D

PIÙ CARENTI I MASCHI
Seppure relativo a un solo ospedale spagnolo, il dato è ritenuto dagli scienziati molto significativo perché conferma precedenti studi epidemiologici secondo cui la carenza di vitamina D è più diffusa nei Paesi dove il coronavirus ha mostrato un'aggressività maggiore, provocando più decessi.

Nello specifico, oltre 8 pazienti su 10 ricoverati per Covid nell'ospedale spagnolo durante la prima ondata di contagi erano carenti di vitamina D. Una carenza che ha interessato soprattutto gli uomini che, come è accertato, hanno una mortalità per covid maggiore alle donne. Ma non solo: più marcata era la carenza vitaminica, maggiori erano i marcatori infiammatori legati a grave infezione nel sangue dei pazienti.

VITAMINA D POSSIBILE APPROCCIO PREVENTIVO
Gli scienziati stanno approfondendo le ricerche (è in corso in Gran Bretagna un vasto trial clinico a riguardo) in merito al ruolo protettivo della vitamina D contro la sindrome Covid 19. E se ciò sarà confermato, potrebbe indirizzare verso un approccio preventivo con la cura della carenza di questa vitamina, specialmente negli individui più suscettibili, come gli anziani, i pazienti con altre malattie quali il diabete, e il personale sanitario, specie nei presidi di lunga degenza, ovvero tutte le popolazioni più a rischio di ammalarsi di covid-19 in forma grave e con complicanze.

VITAMINA D, COSA È E DOVE TROVARLA
La vitamina D è necessaria per la formazione delle ossa. La vitamina D agisce, infatti, favorendo il metabolismo di calcio e fosforo e il loro fissaggio nelle ossa, collaborando alla formazione e accrescimento dello scheletro in età evolutiva e il mantenimento di uno stato ottimale della massa ossea in età adulta. La carenza di vitamina D può dipendere da vari fattori, tra cui un’inadeguata esposizione solare, un insufficiente apporto di vitamina D attraverso cibi che la contengono, la presenza di malattie renali o epatiche, un aumento del fabbisogno di vitamina D a causa dell’assunzione di alcuni specifici farmaci.


Perché il nostro organismo produca vitamina D fondamentale è un’adeguata esposizione alla luce del sole

IL RUOLO FONDAMENTALE DEL SOLE
Fondamentale è un’adeguata esposizione alla luce del sole (soprattutto nella stagione estiva, privilegiando un’esposizione breve ma regolare). Tuttavia, affermano gli esperti, la luce solare, anche in Italia in autunno e inverno non contiene una radiazione di UVB (ultravioletti B) sufficiente a far produrre vitamina D attraverso la cute; paradossalmente ciò si può verificare anche in estate con l’applicazione, necessaria, di creme con filtri solari.

E IL CIBO?
I cibi comunemente inseriti nella dieta, in generale, non rappresentano buone fonti di vitamina D. Tuttavia, un consumo regolare di quelli che ne sono più ricchi può, in parte, contribuire a controbilanciare l'insufficiente produzione di vitamina D3 da parte della pelle nei periodi di minore esposizione al sole.


Tra gli alimenti che contengono le maggiori quantità vitamina D ci sono alcuni tipi di pesce  e i funghi

Tra gli alimenti che contengono le maggiori quantità vitamina D ci sono alcuni tipi di pesce (salmone, aringa, sgombro, sardine e in generale tutti i pesci dei mari del Nord, ricchi anche di grassi omega-3 benefici per il sistema nervoso e l'apparato cardiovascolare), il fegato di suino, il latte e lo yogurt interi, il burro, i formaggi grassi, le uova e le creme a base di latte e/o uova.

La principale fonte vegetale di vitamina D è, invece, rappresentata dai funghi, mentre la verdura e la frutta ne contengono molto poca e sempre nella variante meno biodisponibile (vitamina D2).

L'olio di fegato di merluzzo, tradizionale rimedio contro il rachitismo prima della messa a punto di integratori nutrizionali e farmaci specifici a base di vitamina D3, non deve essere considerato tanto una fonte alimentare, quanto una vera e propria supplementazione, da assumere con criterio e seguendo le indicazioni del medico per non incorrere in fenomeni di sovradosaggio e tossicità.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Credits  -  Policy  -  PARTNER  -  EURO-TOQUES | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024