Ad Enologica i produttori emiliani promuovono vino e turismo

Chiusa la manifestazione di Bologna, è tempo di bilanci: le cantine locali hanno dimostrato di saper fare squadra per incentivare la conoscenza dei loro prodotti e del loro territorio

25 ottobre 2019 | 09:58
di Vincenzo D’Antonio
Con un’affollata giornata dedicata agli operatori del settore e le premiazioni di “Carta Canta”, si è conclusa nei giorni scorsi l’edizione 2019 di Enologica, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia-Romagna, andata in scena a Bologna. Un’edizione che si è giovata anche di un clima primaverile che ha facilitato l’entusiastica presenza dei tanti visitatori del weekend che hanno affollato il Palazzo Re Enzo nel tardo pomeriggio fino a sera inoltrata, in una situazione di sana convivialità. Molti i Millennials che ben propensi si affacciano al consumo consapevole del vino: curiosi, ben propensi ad imparare, a fugare dubbi chiedendo informazioni ai   produttori.

Un'istantanea delle attività di Enologica

«Quella di Enologica 2019 è stata un'edizione che ha consolidato ed arricchito un format di successo», ha sottolineato Pierluigi Sciolette, presidente di Enoteca Regionale Emilia-Romagna, che ha aggiunto: «Oltre cento produttori ed i Consorzi dell'Emilia-Romagna, piccoli e grandi, hanno rappresentato esaurientemente la proposta enologica di tutta la via Emilia, da Rimini a Piacenza. Non meno importante è stata la dimostrazione di un settore che ha la capacità di fare squadra nel promuovere i propri vini».

Pierluigi Sciolette

Tutto esaurito per i seminari “Via Emilia Cooking & Wine Talk” che, quest'anno, sono stati arricchiti dalla presenza di importanti cuochi del territorio che hanno preparato piatti da abbinare alle etichette in degustazione. Di grande interesse, in particolare, il seminario avente a tema “i Lambruschi” con opportuna enfasi sulla loro duttilità nelle proposte di abbinamenti.

«Enologica ha proseguito sulla strada della valorizzazione del territorio e quest'anno ha posto l'accento sul turismo del vino e sull'accoglienza. Non si tratta solo di seguire una moda del momento. L’enoturismo è un'esigenza. È importante che i consumatori italiani e stranieri conoscano le realtà dove nascono i prodotti enogastronomici, ha dichiarato Ambrogio Manzi, direttore di Enoteca Regionale Emilia-Romagna.

Turismo del vino e non solo del vino, bensì di tutto l’agroalimentare presente sul territorio regionale. Un approccio che non può prescindere dai supporti abilitati dalle nuove tecnologie dell’informazione e dal nuovo “vivere in rete” che coinvolge la community always on.

Di grande interesse per quanto originale e per quanto molto presumibilmente vincente, un’applicazione che si basa sull’incontro tra la visita “di persona” ai luoghi di produzione, con conseguente deliziosa degustazione, l’e-commerce e l’e-logistics. Pensiamo all’enoturista che nel visitare le cantine e gli altri luoghi di produzione delle eccellenze agroalimentari (caseifici, prosciuttifici, acetaie, frantoi, ed altro ancora) desideri fare acquisti di prodotti da poter poi lietamente e convivialmente degustare a casa al suo rientro.

Al momento, soprattutto se pensiamo a quanti tra i turisti stranieri visitano il territorio non con auto propria ma con mezzi pubblici organizzati oppure con auto noleggiata, le opzioni sono fondamentalmente due: a) acquisto quantità irrisorie e sovente rinuncio a causa di vincoli di ingombro e di peso; b) acquisto e predispongo a ché i prodotti mi vengano spediti a casa, con quanto ciò comporta in termini di considerevoli costi aggiunti.

Qual è la soluzione resa possibile dall’insieme della visita (con degustazione) nei luoghi di produzione, dall’e-commerce e dall’e-logistics? Non entriamo nei meccanismi dell’applicazione ma saltiamo all’esito, al risultato finale: il turista al suo rientro a casa si vede recapitare in una sola volta tutto quanto ha acquistato nel suo trip in Emilia-Romagna. Si può! Siamo all’affiancamento simbiotico tra filiere produttive e filiere informative, con il superamento delle asimmetrie inevitabilmente esistenti, grazie alla soluzione tecnologica.

Ciò comporta la gestione consapevole dei luoghi di vendita interni ai luoghi di produzione, il coinvolgimento dei Consorzi di Tutela, non solo dei vini ma anche degli altri prodotti Dop e Igp, la formazione delle persone addette. Un grande progetto, una grande e lodevole vision.

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Alberto Lupini


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