In arrivo la nuova Doc “Delle Venezie” per 20mila ettari di vigneto Pinot Grigio

19 agosto 2016 | 11:09
Martedì 30 agosto si terrà a Verona, presso Veronafiere, la riunione di pubblico accertamento convocata dal ministero delle Politiche agricole per il riconoscimento della nuova Doc “Delle Venezie” del Pinot grigio. La nuova Doc è rappresentativa di circa 20mila ettari di vigneto Pinot Grigio, di cui circa 3mila in Trentino, una delle più grandi Doc nazionali, in grado di competere a livello internazionale, in particolare sul mercato americano.



Si tratta di un passaggio fondamentale, che arriva a seguito della costituzione nello scorso febbraio dell’Associazione temporanea di scopo “Produttori vitivinicoli trentini, friulani e veneti”, e a conclusione di un lungo percorso di condivisione tra i territori più vocati in Italia per la produzione di Pinot grigio.

Contestualmente alla richiesta ufficiale di riconoscimento della Doc “Delle Venezie” per il Pinot grigio, alla riunione del 30 agosto si parlerà anche della modifica della attuale Igt “Delle Venezie” con il nuovo nome “Trevenezie” (al fine di non generare confusioni e sovrapposizioni nominative con la nuova Doc) e del relativo disciplinare di produzione, nonché delle modifiche dei disciplinari di produzione delle Igt venete (“Veneto”, “Vallagarina”, “Veneto Orientale”, “Marca trevigiana”, “Colli trevigiani”, “Conselvano”, “Alto Livenza”, “Verona”, “Provincia di Verona” e “Venezia Giulia”).

Soddisfatto l’assessore trentino all’Agricoltura, Michele Dallapiccola: «La nuova Doc non è la “svendita” del nostro Pinot grigio ma un’ulteriore opportunità di sviluppo, valorizzazione e presenza sui mercati internazionali di un vino che sta riscuotendo notevoli successi e che, grazie alla nuova Doc, sarà più protetto contro falsi e sofisticazioni».

«L’accordo con i produttori veneti e friulani - prosegue l’assessore - ci spinge ad una ulteriore assunzione di responsabilità nella gestione della nuova Doc per il Pinot grigio, uno strumento che, ricordo, si aggiunge e non si sostituisce alle nostre tradizionali denominazioni Trentino Doc, Doc Valdadige, Igt Dolomiti, denominazioni importanti e fortemente identitarie del nostro territorio, con disciplinari più rigidi e qualitativamente elevati, che potranno comunque continuare ad essere utilizzate dai nostri produttori».

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Alberto Lupini


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