Avvolgente, equilibrato, presente Riscoprendo il Timorasso

Vitigno autoctono della provincia di Alessandria, è stato negli ultimi tempi riscoperto e rivalutato. Tra i suoi produttori più celebri, Valter Massa

01 agosto 2020 | 16:13
di Fabrizio Salce
Ero alla Fitteria di Carlo e Zaira Salvarezza, a Tortona. Tortona è una città della provincia di Alessandria con una storia lunga e affascinante. La Fittera era un luogo di ritrovo per studenti, camionisti, operai. Un ricordo, quello della Fittera, che mi è tornato alla mente con piacere qualche settimana fa, gustando un vino antico ma pregiato, del territorio: il Timorasso. Parliamo di un vitigno autoctono della provincia, dalla produzione limitata ma decisamente di qualità. Il vino che se ne ricava ha un passato alquanto remoto, ma è negli ultimi decenni che è stato riscoperto e rivalutato.


Il Timorasso dei Vignaioli del Tortonese

Qualche settimana fa ho partecipato alla degustazione della forza vendite della Cantina di Tortona, Vignaioli del Tortonese dal 1931, una realtà che oggi conta circa 180 soci operativi su 280 ettari; produce oltre 400mila bottiglie e poi vino in bag in box e, come dalla nascita, vino sfuso. Non solo Timorasso, ma anche Barbera, Cortese, Dolcetto, Bonarda, Croatina, Favorita, Chardonnay, Cellerina e altri.



La degustazione si è sviluppata su più tipologie di vini ma è del Timorasso che ero - e sono - interessato in modo particolare. È un vino che mi piace molto e che conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Piemonte non è terra solo di grandi rossi. Certo, ci sono vini che il mondo ci invida, basti fare capolino con la mente a Barolo e Barbaresco, o alle grandi Barbera, ma i bianchi non mancano e toccano punte di eccellenza davvero interessanti. Ricordo l’Arneis, il Cortese, e poi Gavi, l’Erbaluce, e senza ombra di dubbio il Timorasso.


Degustazione di Timorasso

Il suo colore paglierino carico con profumi avvolgenti, intensi, in bocca è pieno, equilibrato, presente; un vino da abbinare a piatti importanti ma anche piacevolissimo da gustare per il delizioso apprezzamento di bere bene. Un chicca enologica della regione che merita di essere conosciuta e apprezzata.

Alla degustazione presente uno storico produttore, dal 2018 nel consiglio di amministrazione della Cantina ma da tanto tempo passionario e traino anche per altri produttori nella la produzione di questo vino. Parlo di Valter Massa: i suoi Timorasso nelle varie declinazioni sono veramente molto buoni e, detto tra noi, me li sono goduti tutti: ma resta tra noi intimi. Una parentesi dedicata a Valter e a suo lavoro era doverosa da parte mia.


Valter Massa

Ma anche i Timorasso dei Vignaioli mi sono piaciuti molto, eleganti, armoniosi, profumati e dalla beva fresca ma al contempo importante. Vini a parte della Cantina ho anche apprezzato molto la scelta della delle etichette per linea Fiumana che riportano sulle bottiglie il pensiero di un pittore della provincia: Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il famoso “Quarto Stato”, il dipinto realizzato dall’artista piemontese tra il 1989 e il 1901 e attualmente custodito al Museo del Novecento di Milano. Sulle etichette la figura del personaggio centrale del quadro su concessione delle istituzioni competenti.


Sulle bottiglie il pensiero di un pittore della provincia: Giuseppe Pellizza da Volpedo

È stato un bel momento, di degustazione e di conoscenza, di incontri con le persone delle Cantina, a partire dal presidente Antonino Casalinuovo, l’enologo Umberto Lucarno, con Matteo Ferri responsabile di produzione, Cristiano Vergagni responsabile vendite, naturalmente con la forza vendite presente e qualche collega della stampa. Ma l’incontro per il mio palato è stato con un grande vino bianco: il Timorasso.

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Alberto Lupini


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