I bianchi di Cantina Terlano Longevità garantita grazie al terreno

Cantina Terlano porta il Pinot Bianco 2006 nelle principali fiere di settore europee. L’obiettivo è quello di affermare una volta di più la straordinaria durata nel tempo dei suoi vini bianchi

05 aprile 2019 | 17:40
Il segreto della longevità dei vini sta nel terreno: alcune ricerche geologiche dimostrano come il suolo di Terlano (Bz) abbia un contenuto decisamente sopra la media di biossido di silicio e sia allo stesso tempo ricco di minerali secondari. In generale, le analisi hanno rilevato nel terreno di Terlano la presenza di tutti gli elementi di cui le viti necessitano.



Oltre ai minerali e alla ricchezza di sostanze nutritive presenti nel suolo, le viti vengono coltivate in modo da ottenere delle basse rese di uve sane e di grande qualità. Il tempo è l’elemento più prezioso quando si parla di longevità, ma affinché i vini possano svilupparsi completamente e mostrare tutto il loro potenziale, sono necessari anche un solido know-how, una lunga esperienza e molto coraggio. Cantina Terlano ne ha piena consapevolezza e può contare su svariati decenni di produzione di vini bianchi invecchiati e sulla grande esperienza che ne deriva: ha imparato ad ascoltare e far crescere i vini e a capire quando sono pronti ad uscire dalla cantina per fare il loro ingresso nel mondo. Un momento che è arrivato anche per il Pinot Bianco 2006, il vino rarità di quest’anno che a breve verrà presentato a Verona al pubblico specializzato di Vinitaly (Padiglione 6, Stand C3).

Fu Sebastian Stocker, ex enologo di Cantina Terlano, ad applicare per la prima volta il metodo di produzione dei vini rarità prendendo a modello i produttori francesi e lasciando maturare i vini più a lungo sui lieviti fini. «Il primo vino rarità della cantina è stato un Pinot Bianco del 1979 che fu lanciato sul mercato all’inizio degli anni ’90 e ci ha permesso di gettare le basi della nostra immagine come produttori di vini bianchi longevi a livello nazionale ed internazionale», spiega Rudi Kofler, successore di Stocker in cantina. «I vini rarità vengono affinati in botti di rovere per un anno, dopodiché rimangono dai 10 ai 30 anni in piccoli serbatoi d’acciaio, dove hanno tutto il tempo di maturare sui lieviti fini e di sviluppare una struttura complessa e tutti i loro aromi», prosegue Kofler. I vini vengono imbottigliati quando l’enologo ritiene che siano armonici ed equilibrati e raggiungono la loro massima espressione dopo 4-5 anni di ulteriore affinamento in bottiglia. Sono 18 le annate che attualmente stanno invecchiando con questo metodo nei piccoli serbatoi d’acciaio della cantina e alcune di queste risalgono addirittura al 1979. Cantina Terlano possiede anche un archivio enologico unico nel suo genere in Italia dove, a 13 metri di profondità, sono custodite circa 100mila bottiglie di tutte le annate dal 1955 ad oggi. Anche la tradizione di conservare le bottiglie di vecchie annate si deve all’ex enologo di Cantina Terlano, Sebastian Stocker.



La longevità definisce Cantina Terlano in tutti gli aspetti, anche nelle vendite. Questo è dimostrato dal fatto che, alcune grandi annate che hanno ancora bisogno di tempo per crescere, sono messe in commercio solo una volta pronte. Quando giunge il momento giusto, i vini vengono proposti sul mercato in preziose cassette di legno in edizione limitata e sono destinati ai migliori ristoranti di tutto il mondo. Ogni cofanetto contiene sei bottiglie, due per annata, in formato normale o magnum. «Per il cliente - afferma Klaus Gasser, responsabile vendite di Cantina Terlano - è un vantaggio importante perché può acquistare alcuni dei nostri migliori e più esclusivi vini senza doversi preoccupare di uno stoccaggio professionale e costoso. Inoltre può offrire dei prodotti di grande prestigio sulla carta vini, con un valore aggiunto in termini di immagine».

Per informazioni: www.cantina-terlano.com

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Alberto Lupini


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