Birra Yblon, Dna siciliano aperto ai profumi del Mediterraneo

Le etichette del birrificio di Marco Gianino a Ragusa partono dalle materie prime della terra dove c'è sempre il sole, sapendo che «le radici di ciò che si utilizza toccano altre terre, altre culture»

26 settembre 2019 | 16:43
di Giovanni Angelucci
Il nome ha dei riferimenti storici con il popolo dei Siculi, tra i primi ad insediarsi e lasciare traccia nel nostro territorio (Pantalica, Cava d'Ispica, ecc.). Re Hyblon è forse l'unica figura documentata da alcuni testi greci. «Per noi rappresenta un forte legame con il territorio - racconta il birraio Marco Gianino - perché fu uno dei pochi che riuscì a mantenere il dominio sulle proprie terre, lasciando ai Greci dei punti di appoggio sulle coste. Anche noi puntiamo ad avere un forte legame con la nostra terra, lasciando aperto lo scambio culturale, fondamentale per la crescita».


Yblon come il dna del popolo siciliano, un mix di culture diverse che rappresenta il carattere mediterraneo

Sentirete parlare della Timpa, e se sarete fortunati la potrete anche assaggiare. È la birra che più rappresenta la realtà del birrificio Yblon, forse la prima vera saison siciliana, uno stile belga che ha trovato un ottimo riscontro sull’isola. «Oggi diversi birrifici propongono una saison tra le loro referenze - continua il giovane birraio - segno che i siciliani apprezzano il genere. Anche la "Saia", un'altra saison (ci piace proprio questo stile) ci rappresenta molto, ha una speziatura che attinge al mondo mediorientale (anice stellato, cumino, pepe) ma il mix di spezie sapientemente dosato, regala sentori mediterranei che spaziano dal sambuco, al timo, alla nepetella... Esattamente come il dna del popolo siciliano, un mix di culture diverse che rappresenta in pieno il carattere mediterraneo».

La realtà Yblon è composta da cinque ragazzi, Marco è il birraio, si occupa principalmente della produzione, Fabio e Antonio curano gli aspetti commerciali, Carlo e Giorgio si occupano della sfera amministrativa e finanziaria.

Un impianto non grande, quasi 500 l a cotta, quanto basta però per dissetare la porzione di appassionati che apprezzano la qualità. Completamente manuale e a fiamma diretta, il Belgio è stato una grande fonte di ispirazione per strutturare la sala cottura; la fermentazione avviene in tini a fondo piatto con una geometria che permetta di avere più contatto possibile del mosto con i lieviti e consenta loro di lavorare in condizioni ottimali. Numeri alla mano, quest'anno il birrificio toccherà i 500 hl, ma il prossimo anno l’obiettivo è di crescere senza esagerare, i ragazzi credono profondamente che la crescita debba essere sempre graduale mantenendo alta e costante l'attenzione sulla qualità.

«Nelle birre ci sono le nostre mani e la nostra creatività - conclude il caparbio birraio Marco Gianino - questa per noi è l'espressione massima del concetto di territorio, il vero territorio siamo noi. Non siamo fan delle aggiunte forzate di "prodotti del territorio" (se si scava a fondo si scopre che quasi sempre le radici di ciò che si utilizza toccano altre terre, altre culture). Per prima cosa viene il rispetto delle birre che produciamo e delle tradizioni da cui provengono, se le aggiunte non sconvolgono i connotati di uno stile, che ben vengano, altrimenti secondo noi rappresentano solo una forzatura».

Per informazioni: www.yblon.it

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