Da Carpano alla “Milano da bere” L’aperitivo, un rito tutto italiano

Qual è la tradizione più praticata dagli italiani al termine di una lunga giornata di lavoro? Esatto! L’aperitivo, senza dubbio uno degli appuntamenti più amati nel Belpaese . Da nord a sud, non esiste locale o cocktail bar che si rispetti senza una proposta di "stuzzichini" per accompagnare la propria bevanda, che sia vino, birra, Negroni o Spritz

25 maggio 2019 | 09:22
Assolutamente differente dalle tapas spagnole, quella di cui stiamo parlando è un’usanza unica nel suo genere che, come la pizza, l’arte e la moda, rappresenta il culto del Made in Italy in tutto il mondo. Ovviamente, anche l’aperitivo ha una storia che vale la pena raccontare, fatta di episodi e di personaggi che ne hanno scritto le origini e segnato il successo.



Quali sono le radici di questa abitudine tutta italiana? Sfogliando fra i libri di storia del cocktail, le prime tracce del cosiddetto “padre di tutti gli aperitivi” risalgono al V secolo a.C., quando Ippocrate - il medico più celebre di tutta l’antichità - creò uno speciale elisir a base di vino, assenzio ed erbe perfetto per aprire lo stomaco degli inappetenti. Una ricetta che ha fatto la storia della mixology, tramandata nei secoli grazie allo sforzo dei frati alchimisti medievali, ai quali dobbiamo un’importante scoperta: a stimolare l’appetito non sono le proprietà dei singoli ingredienti, bensì il gusto amaro ottenuto dal loro mixaggio. Non c’è da stupirsi, infatti, che i principali drink proposti durante gli aperitivi abbiano retrogusti amari.

È, però, nel 1786 a Torino che l’aperitivo inizia ad assumere sembianze simili a quello di oggi. L’artefice di questa "rivoluzione" prende il nome di Antonio Benedetto Carpano: un piccolo venditore di bevande che ha dato vita al liquore per eccellenza, il Vermouth: una speciale miscela di vino aromatizzato e china, famosa per essere la bevanda alcolica preferita dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II.



Ovviamente, la creatività italiana di quegli anni non si è fermata a Carpano. Di fatto, l’800 è il secolo in cui nascono alcuni must imprescindibili di questo rito tutto italiano, come l’Amaro Ramazzotti, una combinazione di 33 erbe prive della base di vino; il Martini, un vermouth composto di vino moscato ed erbe macerate; il Campari, il bitter rosso per eccellenza dalla ricetta segreta.

Infine, arriviamo alla “Milano da bere”. Siamo a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, quando in città iniziano a prendere piede i primi buffet - grandi quantità di stuzzichini e piccole riproduzioni di primi e secondi piatti a libero accesso -, che han dato vita alla nota “apericena”: è questo il momento storico che sancisce il D-Day dell’aperitivo all’italiana così come lo conosciamo.

Nonostante le diverse interpretazioni regionali, oggi l’aperitivo è una cerimonia sociale diffusa in tutta la Penisola: un appuntamento immancabile della propria giornata per rilassarsi e divertirsi in compagnia di amici.

Per informazioni: www.jacleroi.com

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Alberto Lupini


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