Faraone Vini, l’Abruzzo enologico che si distingue

La Cantina di Giulianova (Te) è gestita da Federico Faraone, produttore artigianale ma tecnico nella realizzazione. Il papà Giovanni fu il primo in Abruzzo a realizzare lo spumante metodo Classico con la Passerina

26 aprile 2022 | 09:30
di Eleonora Lopes

La storia enologica di Faraone Vini comincia negli anni ’30 con Alfonso Faraone che dà il via alla produzione di vino sfuso nella provincia di Teramo nella proprietà acquistata da suo padre nel 1916 di ritorno dall’America. Ma è Giovanni Faraone, figlio di Alfonso, geometra di formazione, ma vignaiolo nell’anima, a cominciare l’imbottigliamento nel 1970. Oggi a guidare l’azienda che si trova a Giulianova (TE), c’è il figlio Federico, idee chiare e gavetta tra Friuli e Borgogna. Accanto a lui, la moglie Mariangela e il fratello Alfonso che vive e lavora a Bruxelles ma lo supporta nella parte della comunicazione e del marketing. 

La storia della Passerina

I Faraone hanno un primato in Abruzzo, sono stati i primi a produrre lo spumante metodo classico con la Passerina, un vitigno che conferisce al vino profumi e acidità. Ad attestarlo, un documento ufficiale del 1983. «La Passerina in realtà è un clone della famiglia del trebbiano teramano - ci spiega Federico - è un vitigno adatto alla bollicina, mio padre fu il primo a crederci in Abruzzo e noi abbiamo continuato con orgoglio la sua intuizione». L’affinamento sui lieviti per la Passerina va dai 36 ai 42 mesi. «Mio padre Giovanni si trovava in Emilia per lavoro, qui conobbe mia madre, Paola. Il viaggio di nozze lo fecero in Champagne, da lì nacque la sua passione per la bollicina e la sua voglia di sperimentarla in Abruzzo. Per un po’ di anni siamo vissuti a Bologna dove io e mio fratello siamo nati».

Il nuovo che avanza

Nato appunto a Bologna, da qui ci spieghiamo la sua cadenza un po’ nordica, Federico, oggi 43enne dal riccio ribelle, ha studiato Enologia a Udine, facendo anche l’Erasmus in Borgogna. «A Udine ho fatto due esperienze importanti, - continua il vignaiolo - la prima da Bastianich e poi a Le vigne di Zamò. Qui ho conosciuto mia moglie e abbiamo deciso nel 2015 di tornare a Giulianova, di continuare l’attività di famiglia e di far crescere qui i nostri due bambini Valerio e Nina».

Mariangela si occupa dell’accoglienza e delle degustazioni, un aspetto al quale tengono molto, Federico delle vigne e della produzione. Qui la gestione è davvero famigliare. La giovane coppia vive proprio dove è situata la cantina e dove un tempo c’era una vera e propria fattoria con stalle e animali. Prima del Covid hanno costruito una sala degustazione, realizzata con elementi di design mix a oggetti di recupero.

Federico nomina spesso suo padre durante l’intervista, è scomparso nel 2019, un pioniere dello spumante con la passione per la pittura. Un imprenditore lungimirante che già 40 anni fa aveva intuito l’importanza di salvaguardare l’identità del territorio. E questo pensiero Federico lo ha trasferito nei suo vini che risultano puliti, eleganti, liberi da sovrastrutture, «Sono i vini che piacciono a me in primis. Sono artigiano nel cuore ma tecnico nella realizzazione» -ci dice sorridendo. Non è un caso che anche le bottiglie sono prive di retro etichette, sempre nell’ottica di comunicare ciò che è davvero essenziale.

La struttura dell'azienda

Oggi l’azienda possiede circa 11 ettari di terreno dove coltivano i vitigni autoctoni abruzzesi Pecorino, Passerina, Trebbiano e Montepulciano, ai quali si aggiungono il Sangiovese per lo spumante rosè e la Falanghina utilizzato per un blend macerato fatto da tre vitigni. Le vigne sono nel comune di Mosciano Sant’Angelo a pochi chilomentri dalla cantina. La vendita al contrario dei suoi colleghi è quasi tutta in Italia, solo il 20% va all’estero.

«La nostra cantina, si è ingrandita col passare degli anni. Da piccola cantina integrata - racconta l’enologo - in una normale azienda agricola, dove oltre al vino era presente tutto ciò che serviva per il sostentamento, quindi animali e ortaggi, a quella odierna, dotata di tutto il necessario tranne il superfluo. Mano a meno si è scavato, si è costruito e ci si è ammodernati. Da sempre siamo autonomi per quanto concerne l'imbottigliamento e la spumantizzazione del metodo classico e col tempo si è fatto spazio per la bottaia interrata per l'affinamento del Montepulciano d'Abruzzo».

Di ultima realizzazione un impianto fotovoltaico per alimentare la cantina, un moderno magazzino isolato termicamente e come dicevamo la nuova sala didattica. La produzione è di 4mila bottiglie di spumante e circa 50mila di vino fermo.  «La nostra è una famiglia di bianchisti, -dice Faraone- amiamo i bianchi da sempre, mio padre mi ha trasmesso questa passione. Anche il nostro Montepulciano è realizzato in stile bianchista e per me è un complimento». 

L’azienda è tra i soci del Consorzio “Colline teramane docg”, riconoscimento concesso a pochi attestante la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. «Sono soddisfatto di come sta evolvendo la nostra realtà - conclude il vignaiolo - e sono contento di essere tornato qui per continuare quello che la mia famiglia ha iniziato un secolo fa. Le difficoltà non mancano, ma faccio quello che mi piace, e questo è un già un grande privilegio».

 

Faraone Vini
traversa Via Nazionale per Teramo 290, 64021 Giulianova (TE)
Tel 085 8071804
www.faraonevini.it

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