In Toscana il primo evento dedicato al Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

Da sole, tre regioni, costituiscono circa l'80% di questo vigneto Ciliegiolo: sono Toscana, Umbria e Lazio. A Fortezza Orsini di Sorano (Gr) l'appuntamento organizzato dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana

08 maggio 2023 | 18:02
di Vincenzo D’Antonio

Diade intrigante tra corista e solista. Quando in saggia altalena, il corista ambisce al ruolo di solista e poi, senza contraddizione alcuna, si adopera in fase successiva per fare il corista. E il Ciliegiolo di Maremma cosa fa? Si prende un diritto che gli spetta e si assume responsabilmente un dovere. Procediamo gradualmente e chiariamo bene. Il Ciliegiolo, recentemente riscoperto e valorizzato, deve il suo nome al colore dell’acino e agli aromi del vino che richiamano in modo esplicito la ciliegia. Il Ciliegiolo è un vitigno storico toscano coltivato soprattutto in Maremma. Si caratterizza per il suo colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei. I profumi sono spettacolari; ricordano la frutta matura, con la ciliegia in evidenza. Piacevole ed equilibrato al gusto.


Mediamente il suo periodo vendemmiale è a metà settembre. Un passato, rieccoci alla diade, da corista.
In tutta umiltà, forse inconsapevole del suo valore, si lasciava vinificare in assemblaggio con altre varietà, soprattutto con il Sangiovese. E del Sangiovese fu la fedele spalla nella composizione dell’uvaggio del Chianti Classico. La sua valenza ancillare cominciò a declinare da quando si iniziò a produrre Sangiovese in purezza.
Come sovente accade, e la storia prova ad insegnarlo sebbene non tutti sono pronti a cogliere gli early warnings (i segnali precoci), la minaccia sta diventando un'opportunità e la debolezza sta diventando una forza.

Chianti Classico da sole uve Sangiovese: tendenza consolidata

Il Chianti Classico da sole uve Sangiovese, oramai più di una moda effimera, bensì una tendenza consolidata, ha fatto comprendere ai vignaioli che anche il Ciliegiolo in purezza, parimenti al genitore Sangiovese, non è niente male. Tutt'altro! È un vino più che rispettabile, ben diverso da papà Sangiovese per quanto è più fruttato e sontuoso e, ci sia consentito dirlo, meno austero.
Da bruco a farfalla: da corista quasi anonimo a spiccata voce solista.
Dove viene coltivato il Ciliegiolo? Attualmente la superficie vitata a Ciliegiolo è di circa 1.200 ettari in tutta Italia. Da sole, tre regioni costituiscono circa l'80% di questo virtuale vigneto Ciliegiolo. Esse sono Toscana, Umbria e Lazio. E in ciascheduna di queste tre regioni, una provincia costituisce circa il 60% del vigneto Ciliegiolo regionale. Eccole: Grosseto per la Toscana, Terni per l'Umbria, Viterbo per il Lazio. Insomma, lavorando di spada e non di fioretto, ma è utile per farci un realistico quadro sinottico, possiamo ben dire che la metà del Ciliegiolo che si vinifica in Italia è concentrato nelle province di Grosseto, Terni e Viterbo.

L'evento Ciliegiolo di Maremma e d’Italia

Ed eccoci alla svolta successiva. Sì, abbiamo analizzato la commutazione da corista a solista, e adesso constatiamo gioiosamente l'encomiabile commutazione ulteriore: da solista a corista.
Chi è il lungimirante solista, anch'esso divenuto tale dopo un passato da corista, che si adopera affinché ci sia la coralità dei Ciliegiolo?
Lo sveliamo facendo cenno all'evento appena conclusosi alla Fortezza Orsini di Sorano (Gr) denominato Ciliegiolo di Maremma e d’Italia, alla sua prima edizione.
Ci dice Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana organizzatore dell’evento: «Siamo orgogliosi di poter ospitare in un luogo culturale così importante per il nostro territorio questa manifestazione che nasce dalla volontà di mettere in risalto una selezione da tutta Italia di Ciliegioli in purezza. Ci sarà la possibilità di scoprire diverse sfaccettature ed interpretazioni, che sono sicuro il pubblico saprà apprezzare».


È qui il valore alto di questo evento: non più il territorio a fungere da collante, bensì il vitigno: il vitigno Ciliegiolo, ovviamente. Il suo elevarsi è duplice. Da corista a solista: il grande balzo in avanti che gli trasmette autostima. Così il Ciliegiolo capisce che non è figlio di un Dioniso minore. Acquisisce contezza del suo valore e non ha timidezza nel posizionarsi tra i grandi vini rossi del nostro Paese. Da solista a corista: l'ulteriore passo strategico per generare elementi nuovi di comunicazione verso gli addetti ai lavori e verso i wine lovers.
Presentarsi insieme, i Ciliegiolo da tutto il Paese, forti di un duplice motivo di orgoglio: sappiamo fare ottimi vini da Ciliegiolo in purezza e sappiamo anche che nessuno dei nostri vini è l'uno identico all'altro. Le differenze, ad invarianza di vitigno, sono il frutto di quei fattori che la prodiga Natura ci dona ed al contempo sono il frutto di una nostra precipua visione del "fare vino".

Il racconto di vitigni e vini in purezza

Una cosa del genere, sempre in Toscana (sarà mica un caso !?) si ebbe a Cortona con la Syrah.
Adesso, a Sorano, è stata la volta del Ciliegiolo. Lode a questi pionieri che sanno indicare quale potrebbe essere lo scenario prossimo venturo della comunicazione del vino: raccontare i vitigni ed i vini da essi ricavati in purezza, travalicando serenamente i recinti territoriali.


Insomma, senza scomodare Hegel con tesi – antitesi – sintesi, ma se la dialettica diventasse: corista (vitigno ancillare) – solista (vino in purezza da vitigno una volta ancillare) – corista (attore consapevole, agisco in coro con i colleghi)?
La comunicazione nel mondo del vino, insieme a nuove prassi, ne trarrebbe l'opportuna linfa rigenerante di cui ha impellente bisogno.

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Alberto Lupini


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