Dalla più intensa a quella aromatica... C'è una grappa per ogni fine pasto

17 giugno 2015 | 18:35
Il prossimo 12 settembre, in occasione dell’undicesima edizione di “Grappa Day”, il tema principale sarà “Grappa, distillazione e sostenibilità - Il ciclo virtuoso della distilleria finalmente in primo piano” ma, come consuetudine, sarà l’occasione per affrontare in modo complessivo e strutturato il mondo della grappa. Per il mondo della ristorazione, infatti, la grappa può essere lo strumento per regalare al cliente un’attenzione particolare e contribuire di conseguenza a personalizzare il locale.



Il momento del fine pasto è spesso vissuto nelle proposte come un momento secondario rispetto a quello del pranzo, una conclusione un po’ standardizzata. Il fine pasto dovrebbe invece essere la logica conclusione di un percorso fatto di gusti, colori e profumi ed ecco che in questo caso la grappa, con la sua versatilità, sarebbe la protagonista assoluta per “sigillare” l’esperienza di un buon pasto.

Non deve stupire che la grappa sia il distillato italiano più celebre nel mondo. Racchiude l’eredità secolare di un paese con una grande vocazione vinicola. La grappa avvolge con i suoi aromi complessi, regala calde emozioni e piacevoli sensazioni; tecniche diverse di distillazione insieme a sapienti interventi da parte dei “mastri distillatori” combinati con eventuali periodi più o meno lunghi di invecchiamento in contenitori differenti (per capacità e legni) aprono universi infiniti di gusti e abbinamenti.

Ma quali gli abbinamenti possibili? Ne indichiamo solo alcuni per descrivere il variegato universo della grappa, come la grappa di Chianti, che offre un bouquet ricco e armonioso, piacevolmente intenso e che riporta nel suo retrogusto l’importanza dei vitigni sangiovese, è l’ideale per chi ha consumato un pasto con portate di carni importanti. La grappa di Moscato invece, suadente e piacevolmente aromatica, con una persistenza lunga ed elegante, può esaltare un fine pasto dedicato a formaggi stagionati.

In un crescendo di intensità si può proporre anche una grappa a forte gradazione, ad esempio a 60°, particolarmente indicata per tutti coloro che hanno gustato un pranzo con sapori “affumicati” (sia pesci sia carni). L’alta gradazione poi la rende sicuramente adatta per la diluizione nel caffè o per coloro che amano degustarla in accompagnamento a un buon sigaro.
La parte del leone la giocano naturalmente le grappe invecchiate e riserve che si legano perfettamente al cioccolato fondente e a tutta la pasticceria secca, in particolar modo quella realizzata a base di noci, nocciole, mandorle pistacchi e miele. Nuove opportunità di consumo quindi per questo distillato, gusto intramontabile della nostra cultura alimentare e della nostra più antica tradizione.

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Alberto Lupini


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