L’Italia del vino Le Marche e il Verdicchio

Il Verdicchio, vista la sua tipicità fresca e minerale, è portato ad accompagnare la grande cucina di pesce, con diverse tipologie di accostamento essendo un vino molto versatile

17 ottobre 2020 | 06:40
di Eros Teboni
Le Marche, un micro territorio capace di dare vita ad un gran numero di vini alquanto importanti e soprattutto longevi. Un territorio sicuramente famoso per il colore rosso dei suoi vini, ma dove è presente anche una delle varietà bianche tra le più longeve del nostro Paese: il Verdicchio. Le zone di produzione più vocate sono quelle delle colline tra Jesi e Matelica, dove viene allevato fin dall’VIII secolo, in questi casi possiamo trovare dei vini bianchi di pronta beva ma anche vini dalle strutture e caratteristiche tali da garantirgli un incredibile longevità. Il Verdicchio, vista la sua tipicità fresca e minerale, per quanto riguarda lo scheletro della sua struttura è sicuramente portato ad accompagnare la grande cucina di pesce, con diverse tipologie di accostamento essendo un vino molto versatile. Queste sue facoltà di abbinamento vengono accolte molto gradevolmente dalla gastronomia nazionale, che essendo bagnata dal mare in tre fronti su quattro trova diverse culture e tradizioni per quanto riguarda la lavorazione della fauna ittica.

I piatti sono di Matthias Kirchler, cuoco del ristorante “1964” dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort a Cadipietra, in Alto Adige.



Tardivo ma non Tardo 2018 Santa Barbara
Docg: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
Varietà: Verdicchio
Forma di allevamento: cordone speronato
Prezzo medio: 35 euro
Abbinamento consigliato: Coregone del Garda, cavolfiore, pioppini, crescione, plancton



Un Verdicchio di grande struttura, piacevole e coinvolgente. A livello organolettico ci spostiamo molto sulla parte di frutta esotica e frutta gialla leggermente speziata. Ottimo il livello di sapidità del vino, abbastanza concentrato. Un ottimo esempio e rappresentante di questa tipologia stilistica. Vista l’intensità di questo vino l’accostamento da me scelto è più rivolto alla potenza, quasi al contrasto. Un grande vino ha bisogno di un grande piatto in abbinamento per riuscire a completarsi e a garantire il massimo di soddisfazione da entrambe le parti, quella del vino ma anche quella del piatto.

Verdicchio Riserva 2016 Villa Bucci
Docg: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
Varietà: Verdicchio
Forma di allevamento: guyot
Prezzo medio: 48 euro
Abbinamento consigliato: Rombo, melanzane, peperoni, origano



Villa Bucci è una delle cantine storiche produttrici del Verdicchio, famosa per l’eleganza e la raffinatezza dei suoi vini. Questa Riserva, affinata anche per una parte in legno, sviluppa sotto il punto di vista aromatico una parte speziata molto consistenze, che assieme alla classica varietalità primaria del Verdicchio riesce ad aumentare notevolmente la sua complessità. Come ventaglio organolettico ci spostiamo da una pietra focaia spinta fino ad un miele dolce e delicato. La struttura al palato e l’intensità di questo vino vanno ben oltre il classico, per questo si consiglia una temperatura di servizio leggermente più elevata, 12-14°C, per riuscire ad ottenere il massimo della soddisfazione e dare la possibilità al vino di essere accostato anche a piatti complessi e ricchi. Chiave di lettura di questo Verdicchio è sicuramente la mineralità, che legata ad un’intensità notevole riesce a donare al vino un’estrema eleganza.

Jera 2016 Borgo Paglianetto
Docg: Verdicchio di Matelica
Varietà: Verdicchio
Forma di allevamento: guyot
Prezzo medio: 30 euro
Abbinamento: Capesante, erba selvatica, olive taggiasche, lamponi



Vino dotato di grande mineralità, tagliente ed affilato, ottimo esponente della sua regione, riesce a profilarsi in bocca in modo molto elegante. Fresco e croccante, con una parte di frutta che ricorda molto la mela gialla e la pesca bianca. La parte speziata, foglie di tè e una leggera nota di pietra focaia rendono lo spettro aromatico vibrante e dinamico. Abbinamento classico per ottenere il massimo della piacevolezza sotto tutti i punti di vista.

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Alberto Lupini


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