La longevità dei vini abruzzesi Una degustazione con Ian D'Agata

Un confronto enologico con l'esperto enogastronomico, che ha festeggiato la sua prima sciabolata alla Cantina Marchesi de' Cordano di Loreto Aprutino (Pe)

23 dicembre 2019 | 10:05
di Monica Di Pillo
La longevità dei bianchi e dei rossi, i nuovi percorsi di vinificazione e l’appeal dei vini abruzzesi nei mercati internazionali sono stati i temi al centro dell’evento Expression in the world, organizzato da Francesco D’Onofrio e Vittorio Festa, al timone della Cantina Marchesi de Cordano di Loreto Aprutino (Pe).


Ian D'Agata, Vittorio Festa, Monica Di Pillo e Francesco D’Onofrio

L’evento si è articolato in un percorso degustativo, condotto da Ian D’Agata, tra i più importanti scrittori di vino al mondo, e dall’enologo Vittorio Festa, socio con Francesco D’Onofrio di Marchesi de Cordano, partito dalla Cococciola del 2018 passando a quella del 2016 fino ad arrivare al 2007. Presentato a sorpresa anche l’ultimo nato di Marchesi de Cordano: “Lu Sciablì de lu Marchese”, Cococciola del 2016 con affinamento in anfora, spillata dal vivo durante la degustazione. La degustazione è proseguita con i rossi, dalle prime annate 2000 e 2001 di Trinità al Santinumi 2013, fresco dei 5 Grappoli di Bibenda.

«La cococciola - ha aggiunto l’enologo Vittorio Festa - è un’uva povera, che può diventare di punta. L’idea è quella di fare una produzione semplice, senza aggiunte in cantina, per dare vita a un vino ricco di contenuti».

A rimarcare il concetto di innovare la produzione, sperimentando nuove tecniche di affinamento, anche Francesco D’Onofrio, che aggiunge: «Dobbiamo dare una nuova idea di vignaioli abruzzesi nel mondo, ecco perché abbiamo abbinato ai nostri vini piatti ispirati ai 5 continenti e abbiamo voluto qui Ian D’Agata, tra i massimi rappresentati dei giornalisti enogastronomici nel mondo. Siamo cresciuti tanto in questi anni, oggi noi come Marchesi de Cordano esportiamo l’86% della nostra produzione all’estero, dove siamo anche ambasciatori del nostro terroir e delle bellezze della nostra terra».

Soddisfatto Ian D’Agata, artefice proprio dai Marchesi de Cordano della sua prima sciabolata ovviamente al Santa Giusta, metodo Classico Chardonnay e Pinot Nero del duo D’Onofrio - Festa.


Daniele Lippi e Francesco D'Onofrio

«Questa degustazione - spiega Ian D’Agata - ha dimostrato a sorpresa la longevità dei vini bianchi autoctoni abruzzesi, in particolare della Cococciola, che mi ha entusiasmato. Un percorso che dimostra le potenzialità enormi dei vitigni autoctoni abruzzesi e la capacità di innovare e sperimentare dei vignaioli, come Francesco D’Onofrio e Vittorio Festa».

Il percorso sensoriale non ha avuto nulla da invidiare a quello seguito dai rosso con due annate storiche di Trinità, Montepulciano d’Abruzzo in purezza, del 2000 e 2001.

«Queste due annate di Trinità - spiegano Francesco D’Onofrio e Vittorio Festa - rappresentano la storia della nostra cantina, e dimostrano che il Montepulciano d’Abruzzo anche con il trascorrere del tempo, non ha nulla da invidiare ad altri vitigni più blasonati».

Il riscatto dei vini made in Abruzzo passa anche attraverso un percorso gastronomico che ha fatto attraversare, a livello olfattivo, i 5 continenti. Ha entusiasmato i partecipanti il menu, creato da Andrea La Caita, direttore del ristorante Acquolina, una stella Michelin di Roma, e dal suo chef Daniele Lippi, che ha anche festeggiato dai Marchesi de Cordano il suo compleanno.

«Abbiamo proposto - spiegano Lippi e La Caita - Tacos di sedano, rapa con guacamole di broccoli e tartare di ricciola con la Cococciola 2016 Lu Sciablì; Pizza di lardo di seppia e carciofi con Cococciola 2007; Tortello ripieno di carbonara con uova di struzzo in abbinamento a Trinità 2001; Faraona, bernerè e cous cous con Trinità 2000; infine per dolce Pollo al curry, in abbinamento al Santinumi 2013, fresco di 5 Grappoli dalla bibbia del vino Bibenda».

Per informazioni: cordano.it

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