La nuova frontiera del gusto amaro Terrazza Martini celebra il Negroni
L’amaro genera l’amaro. In Italia si cresce con la cultura del caffè nero forte, degli amari e digestivi, di una cucina che utilizza da sempre prodotti naturali amari: olio extravergine, radicchio, basilico e rosmarino
08 dicembre 2018 | 15:00
di Gabriele Ancona
La ricerca è stata presentata a Milano in Terrazza Martini, in occasione della tappa meneghina di Caffè Torino, il format di bar itinerante dedicato a tre dei cocktail da antologia - Americano, Negroni e To-To, acronimo di Torino -Torino - e che vuole per celebrare le Riserva Speciale di Martini: Rubino, Ambrato e Bitter.
Filippo Novelli
Dall’indagine condotta dalla “palatologa” inglese, è nato “Ama l'amaro”, un’interessante esplorazione visiva nel mondo dell'amaro, una mappa che mira a ispirare consumatori, bartender e cuochi affinché prendano in considerazione gli ingredienti amari e le innumerevoli possibilità di combinarli in modo creativo.
«L’amaro - ha ricordato Roberta Mariani, Martini Global Ambassador - non è singolo, ha diverse sfaccettature che possono essere utilizzate nella preparazione delle ricette Se analizziamo un Negroni, per esempio, vediamo che è un blend di combinazioni di amaro. Un drink complesso e unico a base di bitter, vermouth e gin».
E il Negroni, nel corso della serata-evento milanese è stato abbinato a un amaro per eccellenza: il cioccolato. Un matrimonio di sapori seducente. Filippo Novelli, pastry chef della cioccolateria La Perla di Torino ha realizzato un tartufo fatto di massa di cacao dell'Uganda, fava di cacao dal Guatemala e nocciola trilobata. Un pairing in grado di esaltare al meglio le caratteristiche organolettiche sia del drink sia del cacao.
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