Rebollini, 50 anni di storia Brindisi con il Brut Nature Docg 2013

L’Azienda vitivinicola Rebollini, collocata in quella terra di mezzo che è l’Oltrepò Pavese, celebra quest’anno il suo cinquantenario: è dunque il momento di fare un bilancio, e anche di guardare al futuro

25 ottobre 2018 | 16:02
di Guido Gabaldi
Gabriele Rebollini, enologo e titolare dell’azienda, per festeggiare il compleanno ha scelto l’Osteria Molo 13, situata a Milano in via Rubens ma di striscio anche in Sardegna, visto il tipo di cucina e di atmosfera. Sarà il caso di chiedere a Rebollini un miniriassunto di storia aziendale, per meglio inquadrarsi.



«È iniziato tutto negli anni venti, in realtà, con l’arrivo in Oltrepò di un tagliaboschi (mio nonno) proveniente dall’appennino ligure. Solo dal 1968, però, si comincia a coltivare sul serio, fino a passare alla monocoltura vitivinicola negli anni novanta, su tutti e trentacinque gli ettari distribuiti nei comuni di Casteggio, Mairano, Calvignano, Borgo Priolo e Borgoratto. Dieci anni fa entra in scena il professor Leonardo Valenti, celebre agronomo/enologo docente all’Università di Milano: ci ha aiutato a individuare i terreni meglio esposti, in funzione della coltivazione del Pinot nero. Ed è poi recentissima l’assunzione di un giovane enologo, Giulio Zammarchi, allievo del professore. Tutte queste tappe rappresentano la spina dorsale di un’evoluzione costante, verso la produzione sempre più significativa di vini tipici dell’Oltrepò: lo spumante occuperà sempre un posto d’onore, ovviamente, ma intorno a questo protagonista si muovono dei comprimari di grande valore, come Bonarda, Barbera, Riesling e Passito di Croatina. Una gamma completa e ben distribuita, penso, visto che si divide su centomila bottiglie all’anno».

Qual è il vostro prodotto di punta?
Lo spumante metodo classico perché le colline del Pavese e il Pinot nero sono un binomio tradizionale e inscindibile: tra quelli in degustazione oggi, abbiamo il Brut Nature Docg vendemmiato nel 2013 e sboccato nel 2018: 48 mesi sui lieviti. L’uvaggio è Pinot nero al 95% e Chardonnay al 5%, il risultato lo giudichi lei.


Gabriele Rebollini

Davvero interessante e intenso, per conto mio, specie se lo si accompagna alle ostriche, ai tartufi di mare e ai carpacci di gambero, tonno e branzino dell’Osteria Molo 13. Insolitamente corposo, dà a sentire la crosta di pane in prevalenza, e sorprende piacevolmente per il lungo finale mandorlato. Ma forse il principe della giornata è la versione dello stesso spumante targata.

2011, per 60 mesi sui lieviti, che Gabriele Rebollini ha voluto portarci come dono delle feste, diciamo così; ancora più pieno e maturo, si farà ricordare per i suoi profumi, certamente non intensi ma di estrema eleganza. Un grande abbinamento per un piatto importante, come l’astice alla catalana servitoci per secondo.



Rebollini presenta un catalogo tendenzialmente completo di 16 etichette, si diceva prima: a parte lo spumante, cosa funziona meglio in un compleanno come questo?
Il Riesling (suggerisce il professor Valenti ndr.) perché è un bianco del 2017, è come un bambino e porta con sé una promessa; oggi è più che altro fresco, minerale e acerbo, fra tre anni comincerà a tirar fuori i sentori terziari e gli idrocarburi. E per concludere il pasto, proponiamo la Bonarda Doc Rebollini, vivace e cremosa, arricchita da appena un velo di tannino. Un grande classico da servire con il pecorino sardo, a vari livelli di stagionatura, offerto dall’Osteria Molo 13.

Gli anniversari e i compleanni sono comunque utili, perché ci ricordano le piccole e grandi storie enologiche italiane e ci fanno venire in mente i corsi e i ricorsi: il 2016 è stato l’anno della Franciacorta, l’onda lunga del Prosecco e del Lambrusco sembra non aver mai fine, prima o poi tornerà in auge anche l’Oltrepò. È notorio, d’altronde, che le bollicine del Pavese hanno goduto di grande notorietà per qualche tempo, e poi sono un po’ sparite. Dopo la giornata odierna, all’insegna del Pinot nero spumantizzato, del Riesling, della Bonarda e perfino del Passito di Croatina, vien da pensare che, se ci sarà un nuovo exploit di questo territorio, incuneato fra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, un po’ di merito dovrà andare anche all’Azienda Agricola Rebollini. Coloro che ci lavorano hanno dimostrato di saper tener viva una grande tradizione vitivinicola, e di aver il coraggio di investire: per loro stessi e per tutti gli appassionati stanno preparando un futuro, per non doverlo subire.

Per informazioni: www.rebollini.it

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Alberto Lupini


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