Il ristorante Del Cambio presenta il mito del Sassicaia

Sassicaia nasce come progetto famigliare dall’intuizione di Mario Incisa della Rocchetta per trasformarsi negli anni in uno dei simboli del made in Italy di grande livello nel mondo

29 aprile 2019 | 16:54
di Piera Genta
Consacrato per l’annata 2015 migliore vino al mondo da Wine Spectator e dalla Giuria internazionale del Best Italian Wine Awards, e primo italiano ad avere ottenuto i 100 punti da Robert Parker, pochi altri vini hanno influito nell’immaginario contemporaneo del vino di qualità come il Sassicaia, il più famoso dei tagli bordolesi italiani, dal nome del podere lungo la via Bolgherese, il cui toponimo deriva dall’alto contenuto sassoso dei terreni.



Quella del Sassicaia all’inizio non fu una strada facile: dalla prima vinificazione del 1948 ci sono voluti vent’anni prima dell’annata ufficiale del 1968 che dalle parole dell’enologo Giacomo Tachis fu «un esperimento, frutto di un assemblaggio di una quindicina di fusti di diverse annate: ’66, ’67 e in gran parte ’68 oltre a una piccola parte di ‘65».

L’idea era quella di produrre in quella particolare zona del livornese, così simile a quella di Graves, Bordeaux, un vino che fosse in grado di ricordare quelli di cui lui si era innamorato, molti anni prima. Il Sassicaia ha cambiato per sempre il borgo di Bolgheri e la sua campagna. Fu il primo vino italiano in grado di competere con gli Chateaux d’Oltralpe ed è stata anche la prima Doc singola dal gennaio 2014. Da allora non c’è stata annata che non sia stata celebrata praticamente in tutto il mondo, consegnando al mito la Tenuta San Guido.



Il 15 maggio il ristorante Del Cambio di Torino e Priscilla Incisa della Rocchetta presenteranno una serata che celebra e racconta il mito del Sassicaia, avvolti degli affreschi ottocenteschi di Sala Risorgimento. Il tutto accompagnati da un percorso gastronomico creato da Matteo Baronetto per esaltare il più raffinato dei vini.

Per iniziare, aperitivo in terrazza con Champagne Bollinger s.a. accompagnato da Foglia di pane e salsiccia, Scampi, pomodori e camomilla, Cozze e pomodoro confit, Tartelletta al caviale,  Ostrica e lardo e Biscotto di Foie gras. A seguire, il menu composto da Carne cruda, olio di nocciole, barbabietole e more accompagnata da Guidalberto, Toscana IGT 2016 (cabernet sauvignon e merlot); Ravioli di salsa bernese, ragù di piccione e foie gras con Sassicaia 2015 (Miglior vino al mondo); Quaglia, purea di patata affumicata al rosmarino, salsa italiana con Sassicaia 2014;
Vacca vecchia alla brace, pomelo e sugo di carne, peperoni canditi con Sassicaia 2013, Crème Caramel.

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Alberto Lupini


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