La rivincita del vino rosato Crescono consumo ed export

In crescita, ma soprattutto adatto più di altri a rispondere alle diverse esigenze del mercato. È il vino rosato italiano, secondo una ricerca di Nomisma, presentata nelle scorse ore al Vinitaly. Bene anche l’export

10 aprile 2019 | 10:02
La ricerca ha analizzato le dinamiche dei vini rosati nel panorama del mercato internazionale, mettendo in evidenza come il consumo di questa tipologia enoica continua a crescere, con progressioni più significative in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti.



Inoltre, la ricerca ha evidenziato che al pari degli spumanti, anche i rosati rappresentano la tipologia di vino che meglio si adatta ai cambiamenti negli stili di vita e nelle modalità di consumo del vino da parte delle nuove generazioni, non solo per una questione di tendenza ma anche per una facilità di “beva”.

«I dati - ha spiegato il senatore Dario Stefano, che ha promosso la ricerca - ci confermano che dieci anni fa ci avevamo visto giusto a investire sui rosati, peccato però che oggi la Puglia non sia più alla testa di una locomotiva dal potenziale straordinariamente enorme. L’idea di un Osservatorio che raccogliesse i dati, che ad oggi mancano, su questa tipologia enoica l’abbiamo lasciata nel cassetto chiuso nel 2009 ed oggi sono altri territori ad intestarsi questa, necessaria, attività. A loro ovviamente va tutto il nostro plauso, ma è evidente che la Puglia ha perso un’occasione importante. Così come abbiamo fatto morire il Concorso nazionale organizzato nella nostra regione, che è stata occasione di stimolo per produttori di tutto il Paese».



Riguardo in particolare alla Puglia, la ricerca ha sottolineato che rappresenta un territorio storicamente vocato alla produzione di rosati e in questo scenario di mercato può giocare una partita importante anche se su target di consumo differenti: i vini pugliesi, alla stregua di quanto accade sul mercato per gli autoctoni, rappresentano una specificità nella categoria dei rosati e come tali possono incontrare l’apprezzamento di consumatori più esperti o in cerca di un “upgrade” nella tipologia. «La Puglia del vino cresce in valore - ha concluso Stefàno - ed è un’ottima notizia, perché abbiamo due elementi forti su cui continuare a investire: l’autoctonia e l’identità».

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Alberto Lupini


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