Sette aziende per il Pinot Bianco Rete d’impresa nel Collio

La rete d'impresa è un'associazione che riunisce 7 storici protagonisti del vino friulano che hanno deciso di impegnarsi nella valorizzazione e nella promozione dell'elegante vino bianco

01 luglio 2021 | 11:17
di Liliana Savioli

Il 28 ottobre 2017 Marco Felluga, uno dei patriarchi dell’enologia Friulana, ha compiuto 90 anni. Durante una sfarzosissima festa in una delle sue aziende, in quel di Russiz Superiore, raccontò a Stefano Cergolj: «Una delle cose che mi sarebbe piaciuto fare, ma che sto comunque cercando ancora di portare avanti, è un progetto che raggruppi i produttori di Pinot Bianco, vitigno che nel Collio dà risultati eccezionali anche se non sta trovando in questo momento i favori dei mercati. Il mio desiderio sarebbe quello, oltre che promuovere il Pinot Bianco del territorio, di creare un movimento di discussione e confronto anche con le altre zone al di fuori dei confini regionali che sono vocate per la produzione del Pinot Bianco». Oggi, dopo quattro anni il sogno di Marco si è realizzato. Oggi c’è stata la presentazione della rete d’Impresa Pinot del Collio Bianco e lui, orgogliosamente e con grande grinta, era presente e ha condotto la conferenza stampa.



Obiettivo: preservare il Pinot Bianco

Sette aziende, 7 famiglie, 7 grandi nomi del panorama enologico del Collio, 7 visioni, 7 vini ma… un unico obiettivo: essere 7 sentinelle del Collio con l’intento di preservare il Pinot Bianco e lanciarlo nel firmamento dei vitigni a bacca bianca più conosciuti al mondo. Ornella Venica durante la presentazione parla di «un Pinot Bianco che marca il territorio e racconta le specificità del suo luogo di origine». Aggiunge che «c’è coesione tra i produttori che hanno aderito alla rete nella scelta dei siti più appropriati per la produzione. Il Pinot Bianco ama il Collio, una terra ricca di biodiversità. L’oro del Collio sono le sue sfumature di verde».

E di sfumature di verde ne abbiamo contate migliaia oggi. Eravamo ospiti da Alessandro Pascolo, il più “piccolo”, sia di età che di grandezza aziendale delle 7 sentinelle del Pinot Bianco. Castello di Spessa, Livon, Russiz Superiore, Mario Schioppetto, Toros e Venica sono gli altri interpreti di questo bel progetto. Tutte aziende orgogliose del loro nome che hanno steso un tappeto alle nuove generazioni che stanno già fremendo in azienda. Tutti ragazzi e ragazze super preparati, con delle idee precise, ipermotivati e pronti a prendere in mano le redini delle cantine con questo nuovo ulteriore impegno.

Vitigno qui da 150 anni

Ma chi è questo Signor Pinot Bianco. Per prima cosa sappiamo tutti che non è un vitigno autoctono ma sono 150 anni che dimora serenamente nel territorio Friulano. Fu portato nel Collio Goriziano dal Conte La Tour di Capriva alla fine del 19° secolo. Nel 1863 si chiamava ancora Borgogna Bianco e si legge di lui in un catalogo di barbatelle con l’annotazione “varietà coltivata a Lestizza da più di 20 anni, il cui frutto dà vino squisito”.

Il signorino non è di difficile gestione, ama le zone fresche, necessita di una buona illuminazione e richiede abbastanza cure (chiamate coccole da Ornella Venica). Se ha tutto questo ci regala dei grappoli piccolini, molto compatti. Arriva a maturazione lentamente e ci dona una buccia con un ottimo rapporto tannico.

Il vino che ne deriva è un nettare delizioso dove i sentori di gesso, polvere da sparo, pesca bianca, salsedine ma anche note di erbe aromatiche sono i denominatori comuni. Noto per la sua verticalità e croccantezza fa dell’eleganza il suo fiore all’occhiello.



L’impegno per l’eleganza del vino

La ricerca dell’eleganza nel Pinot Bianco è il filo conduttore di questi 7 produttori che credono fortemente in lui e sulle sue potenzialità. Un binario unico che tutti percorrono, un binario che però porta a viaggi e a paesaggi lontani.

Il Cavezzo 2018 di Livon con le sue note vanigliate e gessose ci porta in Medio Oriente, al mercato delle spezie. Il Pinot Bianco 2019 di Toros con le sue rotondità vezzose ci porta a Vienna, durante un ballo a corte. Il Pinot Bianco 2019 di Schioppetto con la sua polvere da sparo ci porta sulle rive della Mosella. Il Pinot Bianco 2019 di Pascolo con il suo equilibrio e sentori di erbe aromatiche ci porta a fare un giro in mongolfiera sopra a una foresta. Il Pinot Bianco 2019 di Russiz Superiore con i suoi sentori balsamici e salmastri ci porta a fare una passeggiata sulla spiaggia al mattino presto. Il Santarossa 2019 di Castello di Spessa con i suoi sentori tropicali frammisti a idee di pietra focaia ci porta in un vulcano delle isole Canarie. Il Tàlis di Venica &Venica con la sua verticalità e lunghezza ci porta in un prato di montagna sotto le 3 cime di Lavaredo. 7 vini, 7 viaggi, 7 emozioni. Un unico grande vitigno. Il Pinot Bianco.


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Alberto Lupini


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