Tannat, dalla Francia all'Uruguay fino all'Italia

Un vitigno bacca nera dall'elevato contenuto di Tannini che proviene dall'Occitania e nel nostro Paese viene coltivato in Puglia e Sicilia. Donnafugata lo utilizza per il suo Tancredi

19 marzo 2022 | 09:30
di Piera Genta

Tannat è un vitigno bacca nera coltivato storicamente nella Francia sud-occidentale ai piedi dei Pirenei, il suo nome deriva dalla Langue d’Oc ed esprime la ricchezza in tannini. Fu citato per la prima volta nel 1783, però molti concordano che fosse già presente nel 1030 nei vigneti dell’abbazia di Saint Pierre a Marcilhac-sur-Célé, con quell’uva i monaci producevano un vino per ristorare i pellegrini in viaggio verso Santiago di Compostela e che avevano scelto la via di Aire-sur-l’Adour-Lescar.

Coltivazioni internazionali

Come molti altri vitigni è stato portato dagli emigranti oltreoceano ed oggi è diventato il vitigno principale dell’Uruguay. È stato piantato anche in Argentina, Australia, negli Stati Uniti (California, Oregon e Virginia), Brasile e  Sudafrica. In Italia si trova principalmente in Puglia e Sicilia dal ’90. Il vino è caratterizzato da altissimi livelli di tannino e viene spesso utilizzato in blend con Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. I vini più conosciuti provengono dalla denominazione di Madiran in Occitania, ma anche quelle vicine, Béarn, Côtes de Saint-Mont, Tursan e Irouleguy (Paesi Baschi francesi). La moderna vinificazione nella regione ha iniziato a enfatizzare maggiormente il frutto e ad utilizzare l'invecchiamento in rovere per ammorbidire i tannini. Ora i vini in genere trascorrono circa 20 mesi in rovere prima della commercializzazione. Sicuramente lo Château Montus dell’enologo Alain Brumont è la rappresentazione più interessante di Madiran.

Sapore fruttato, e come invecchia bene 

Un Tannat francese è caratterizzato da una struttura tannica e solida con aromi di lampone e la capacità di invecchiare bene. Hanno spesso un colore scuro profondo con un alto livello di alcol. I rosati prodotti in Irouléguy hanno un tempo di macerazione molto limitato con le bucce per evitare che i vini diventino troppo tannici. I vini che ne risultano sono tipicamente corposi e molto fruttati. A Béarn sia il rosso che il rosé sono prodotti da miscele che includono il 60% di Tannat e un mix del 40% di Manseng noir, Fer e Courbu noir.

In Italia nel 2002 Donnafugata ha iniziato a coltivare questo vitigno in via sperimentale e dal 2004 lo ha impiantato nei terreni di Predicatore (Santa Margherita del Belice). Viene utilizzato nel blend del loro vino Tancredi. 

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