Veneto, cercasi terre per il luppolo Accordo tra Regione e università

Al via una collaborazione con l’ateneo di Padova per promuovere e sperimentare nuove coltivazioni e nuove varietà dell’ingrediente base della birra. Sono già stati stanziati complessivamente 50mila euro . L'iniziativa favorirà i tanti birrifici artigianali presenti nella regione: sugli 850 censiti a livello nazionale, il Veneto ne conta 74

16 agosto 2019 | 15:29
La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, ha dato il via libera a un accordo di collaborazione con l’Università di Padova, che vede la Regione impegnare 30 mila euro e l’ateneo altri 19.050 euro al fine di approfondire la possibilità di produrre varietà autoctone del luppolo, pianta che conferisce l’inconfondibile aroma alla birra.

Una coltivazione di luppolo

«Oltre alla tradizione del vino, per cui il Veneto è la regione numero 1 - spiega l’assessore Pan - abbiamo anche una grandissima tradizione della birra. Da noi tradizionalmente ci sono stati molti birrifici tradizionali che hanno sviluppato anche delle grandi aziende. Mi sono accorto parlando con i produttori che molti dei prodotti che vengono adoperati per fare le nostre birre, provengono da Paesi o del Nord Europa, il luppolo in particolare, oppure per il malto ci si deve rivolgere anche ad aziende molto lontane».

Giuseppe Pan

A tutt’oggi nel territorio nazionale non risulta iscritta nel registro delle varietà alcun tipo di luppolo. La produzione nazionale è limitata a poche centinaia di ettari, ma il consumo di luppolo da parte dei birrifici artigianali è crescente. Il Veneto è la terza regione in Italia per numero di birrifici artigianali: se ne contano almeno 74 degli 850 censiti nella penisola da Assobirra, tra imprese di produzione diretta e brew pab.

«Si tratta di un settore in grande espansione - dice ancora Giuseppe Pan - sia produttiva che commerciale, che vede la presenza determinante di giovani imprenditori. La Regione ha inteso sostenere la produzione locale varando lo scorso anno una apposita legge per la promozione e valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale. La scelta di materie prime di qualità è il primo passo per garantire la produzione locale di birre artigianali di successo, originali e apprezzate dagli estimatori».

L’accordo Regione-Università consentirà di attrezzare una struttura per la conservazione del materiale genetico prevenendo eventuali virus, e di analizzare campioni di germogli di luppolo per valutarne le componenti aromatiche individuando in anticipo le qualità organolettiche, al fine di poter selezionare le miglior varietà da mettere in produzione per ottenere ottime birre made in Italy.

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Alberto Lupini


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