Verdicchio, Etna e Roero Vini bianchi a confronto

A Cupramontana, in provincia di Ancona, due degustazioni hanno messo a confronto le etichette del vitigno bianco principe della Marche con i due di Sicilia e Piemonte

10 ottobre 2019 | 16:55
di Benedetta Gandini
Circondati dalle verdeggianti colline marchigiane e allietati dall’odore del mosto fresco di spremitura, come di consueto da ormai 82 anni la cittadina di Cupramontana (An) è stata il palcoscenico della celebrazione della festa del Verdicchio. Durante la tre giorni, che oltre ad aver visto la partecipazione di ospiti di fama nazionale e aver ospitato stand gastronomici volti alla promozione del territorio locale, un occhio di riguardo è andato alla rievocazione dei sensi olfattivi e gustativi con l’evento “Il Grande Verdicchio”.


Degustazioni alla festa del Verdicchio

Due degustazioni mirate che hanno messo a confronto il “principe dei bianchi marchigiani” con i bianchi dell’Etna (Sicilia) e della zona del Roero (Piemonte). La prima degustazione, tenuta da Chiara Giovoni, Ambassadeur du Champagne per l’Italia e vice-Ambassadeur Europeen nel 2012, ha visto alternarsi l’Etna Bianco 2018 Planeta, Erse Etna Bianco 2018 Tenuta di Fessina, Etna Bianco 2018 Cottanera, Etna Bianco 2018 Tornatore e Etna Bianco Contrada Villagrande 2015 Barone di Villagrande con il verdicchio rispettivamente di Caliptra Kypra 2018, La Marca di San Michele Passolento 2016, Quaresima Diamante 2018, Cherubini Fonte Cherubini 2018 e Colonnara Cuprese 2018.

La seconda degustazione, tenuta invece da Fabio Pracchia, principale collaboratore di Slow Wine ed esperto di vino e cultura, ha visto protagonisti i Roero: Azienda agricola Valfaccenda Roero Arneis 2018; Azienda agricola Alberto Oggero Roero Arneis 2017; Cascina Fornace Roero Arnesi Desajà 2016; Valdisole Arké 2015 e il verdicchio di Cupramontana: Sparapani Frati Bianchi Il Priore 2016; La Distesa Gli Eremi 2017; DiGiulia Gentile 2017; Vallerosa Bonci San Michele 2017.


Tre bianchi a confronto: Verdicchio, Roero ed Etna

Entrambe le giornate sono state incentrate sui connubi e le differenze che il Verdicchio della zona di Cupramontana presenta rispetto, in questo caso ai bianchi dell’Etna e al Roero.

Come noto i bianchi dell’Etna non sono sicuramente accomodanti in quanto a morbidezze, ma l’acidità, i toni agrumati e salini del Carricante si impongono senza troppe scusanti. Questo uno dei motivi per cui l’accostamento con il Verdicchio è risultato interessante e coinvolgente. Il suolo di origine vulcanica dell’Etna è certamente esposto alla variabilità (i vigneti vengono coltivati principalmente tra i 300 e i 900 metri ma in alcune zone si coltiva fino a 1.100 metri sopra il livello del mare), ma allo stesso tempo è esposto a variabilità anche il Verdicchio, il quale cambia in sapidità e caratteristiche di zona in zona.


Piacevoli similitudini tra il Verdicchio e gli altri territori

Passando al discorso del Roero sicuramente anche qui ci si è trovati davanti ad un paragone interessante. Partendo dal presupposto che i territori di questa denominazione sono prevalentemente sabbiosi con influenze marine, il Roero, in particolare si è parlato dell’Arneis, presenta un bouquet di profumi molto intensi che spaziano dai fiori alla frutta di campo con sentori di tiglio, salvia, ginestra ecc… Il colore è generalmente di un giallo paglierino, fatta eccezione per alcuni vini presenti in degustazione che presentavano colorazioni “orange”, al palato la freschezza è coinvolgente e il retrogusto è quello della frutta secca (prevalentemente mandorla amara).

L’alternanza con il Verdicchio ha sicuramente portato alla luce l’assonanza di entrambi in termini di sentori salini, sapidità e freschezza rendendo la scoperta del territorio piemontese ancora più piacevole e interessante abbinato al “magico” mondo del Verdicchio.

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Alberto Lupini


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