"Vigna Resilience" il progetto che lega vino, didattica, cultura e archeologia

Il progetto "Vigna Resilience" ha visto in prima linea la cantina Radici Vive e ha permesso di recuperare un'area dismessa dal profondo valore archeologico a Pianura (Na), grazie al lavoro dei bambini delle scuole

04 maggio 2024 | 11:30
di Fosca Tortorelli

La comunità napoletana non smette mai di sorprendere e a volte nei contesti in cui uno meno se lo aspetta fioriscono idee virtuose. È il caso del progetto "Vigna Resilience" realizzato in sinergia con il comune di Napoli, la Soprintendenza dei beni archeologici e culturali e oggetto di studio della facoltà di architettura dell’Università Federico II.

Presentato lo scorso 30 aprile presso l’azienda vinicola Radici Vive, ha visto intervenire non solo le scuole coinvolte, ma tutti gli attori che ne hanno preso parte.

“Vigna Resilience”, il progetto

Il progetto fortemente voluto dalla famiglia Varchetta, in particolare dai cugini Vincenzo e Cristina, è un esempio concreto di recupero ambientale al servizio della collettività. Una vigna nata intorno al mausoleo romano (databile tra il 91 e il 100 dC) di Pianura - quartiere situato nella periferia ovest di Napoli antistante la loro cantina - insieme agli studenti delle scuole Russo, Palasciano, Russolillo, Cigno e Risorgimento, al fine di valorizzare e rispettare il territorio, troppo spesso “maltrattato” e abbandonato.

Del resto, questo antico mausoleo funerario di Pianura - che è stato ripulito e restaurato grazie alla Soprintendenza di Napoli - è solo una delle tante testimonianze presenti in quest’area che si inserisce nella zona della Montagna Spaccata, frazione di collegamento tra l’areale napoletano e il comprensorio flegreo. Inoltre, la presenza di queste antiche costruzioni risalenti al tempo dell’Impero Romano, contribuisce ad arricchire la già vasta storia dell'area flegrea.

La famiglia Varchetta si dedica alla produzione vinicola da oltre un secolo, combinando l’attenzione al territorio e il lavoro di una vita. Fare vino per loro e` come aiutare a crescere qualcuno che si ama e mai come in questo caso, tutto parte dall’uva: «Rispettiamo e ci prendiamo cura della materia prima. Ottenerne la qualita` migliore non e` solo un obiettivo aziendale, ma una missione di famiglia».

“Vigna Resilience”: quando è nato il progetto

L’idea ha preso vita nel marzo 2020 nel pieno dell’emergenza Covid, con l’obiettivo non solo di dare un segno concreto all’incuria di uno spazio legato alla storia di questo areale, ma anche di offrire un futuro e sensibilizzare i più giovani che, se stimolati, diventano capaci di assorbire le tante nozioni ed entusiasmarsi per azioni pratiche come questa. Prima di marzo 2020 l’attuale Vigna Resilience non era altro che uno spazio degradato e incolto, che tra l’altro, per la crescita selvaggia della natura e la maleducazione di tanti, rendeva il mausoleo un oggetto invisibile. Il risultato è oggi tangibile e rende merito a un esempio virtuoso che fa comprendere come buona volontà e coscienza possono portare al raggiungimento di obiettivi validi. Dopo quasi quattro anni di lavoro, non solo viene restituita un’area alla città di Napoli, ma si percepisce il grande lavoro di sensibilizzazione e formazione offerto ai ragazzi di una zona più a margine.

“Vigna Resilience”, vino e comunità resilienti

Da qui anche la scelta del nome “Vigna Resilience”, che rievoca la capacità delle comunità locali di adattarsi e riadattarsi costantemente ai cambiamenti, forgiando ogni volta meccanismi sociali virtuosi di convivenza col territorio. Quello che è emerso durante la giornata di presentazione è stato anche l’entusiasmo e la viva partecipazione dei ragazzi delle cinque scuole coinvolte nel progetto, felici di aver ridato vita a un'area dismessa dal profondo valore storico e archeologico e di aver realizzato con le loro mani il loro vino.

Durante questi anni di lavoro i bambini hanno vissuto esperienze in campo e a scuola, affrontando tutte le fasi di lavorazione della vigna e della successiva produzione del vino, finanche l’imbottigliamento e la realizzazione delle etichette, imparando in modo attento e scrupoloso tutti gli aspetti del settore viticolo ed enologico.  Entusiasmo dei ragazzi - parte integrante del progetto - felici anche di mostrare con orgoglio le etichette realizzate, ben cinque diverse, una per ciascuna scuola, tutte comunicative e colorate, corredate da nomi che ricordano la vulcanicità flegrea. L’obiettivo finale è stato anche quello di creare un vino didattico frutto di questo importante lavoro congiunto che aiuterà a finanziare nuovi progetti di sensibilizzazione nelle scuole statali.

“Vigna Resilience”, un processo non facile

Il progetto “Vigna Resilience” è stato senza dubbio un processo non facile anche per i soliti rallentamenti burocratici, ma fortunatamente ha trovato la sensibilità sia della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, sia delle circoscrizioni municipali, che hanno capito l’importanza di un progetto come questo. Come hanno sottolineato Andrea Saggiomo, presidente della Municipalità Pianura Soccavo e Maura Striano, assessore all’Istruzione, si tratta di un progetto finalizzato a creare un legame con il proprio territorio e coniugare la possibilità di rendersi consapevoli di quello che si ha, rendendo più solido anche il senso di rispetto e di appartenenza.

Vincenzo e Cristina Varchetta quindi hanno raccontato: «Durante il programma didattico con i ragazzi, abbiamo affrontato diversi temi tra cui l’importanza di avere un legame con il proprio territorio, la storia del vino e dei Campi Flegrei, fino a toccare con mano e quindi arrivare alla realizzazione di una bottiglia di vino con la personalità di ciascuna scuola. Questa giornata è il coronamento di tutto il lavoro svolto con i ragazzi, che per questa occasione saranno delle vere e proprie mini-guide».

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Alberto Lupini


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