Vini originali o “introvabili” Degustazioni che sorprendono

Vinitaly non smette di vivere nella memoria e nei palati di chi l'ha visitato. Questo succede grazie a verticali storiche come quella di Madame Maso Martis Brut Riserva Millesimato

16 maggio 2019 | 08:41
di Liliana Savioli
Prodotto da Maso Martis, capitanata dagli Stelzer, famiglia viticola emblema del Trentodoc, metodo Classico delle Dolomiti. Una famiglia che trasforma la passione trasferendola nel bicchiere. Si definiscono “dispensatori d’amore” e ci riescono in pieno. Un progetto iniziato nel 1999 e sin dall’inizio c’è stata la volontà di creare una bollicina d’eccellenza, in soli, ahimè, 500 esemplari. Nella presentazione Antonio Stelzer ci racconta che «dall’uva verde si fanno le limonate Per fare delle belle basi spumante l’uva deve essere perfettamente matura».



Decisamente in controtendenza ma i risultati gli danno ragione. La composizione della Madame - 70% Pinot Nero e 25% Chardonnay fermentato in legno ed un’inusuale quota di Pinot Meunier - ha surclassato ogni aspettativa, ed è ora contesa in tutta Italia e premiata da ogni guida e rivista di settore. Questo Pinot Meunier piantato quasi per caso che assieme al Pinot Nero sono i veri protagonisti di questa cuvée. Questo Pino Nero che, come passa il tempo, diventa agile e sempre più protagonista. A Vinitaly 2019 la degna consacrazione di questo progetto di vita, di famiglia e di stile, che unisce oggi in Azienda il percorso di Roberta e Antonio a quello delle figlie Alessandra e Maddalena.

Una memorabile degustazione condotta con maestria da Alessandra Caroni, Donna del Vino e responsabile di Winesoul, alla presenza di Matteo Ferrari enologo dell’azienda dal 1994, artefice di questo capolavoro, e Aurora Endrici, che ha seguito nella comunicazione la Madame, sino dalla sua primissima presentazione ufficiale al Merano Wine Festival nel 2008. 6 annate, tutte dispari, dal 1999 al 2009 (in anteprima) tutte dotate di colori scintillanti, nasi euforici con complessità difficilmente raggiungibili, sorsi goduriosi che lasciano ricordi indelebili. 6 bellissime signore vestite ognuna in modo diverso, ma sempre eleganti, anche se, in tutte, c’è un pizzico di follia. Quel guizzo che fa di un bicchiere di spumante una esperienza emozionale unica e irripetibile.



Altra eco di Vinitaly? Un’anteprima sempre di metodo Classico ma non solo, infatti è stato presentato con il suo papà, cioè la base dello spumante che è stata imbottigliata. Questa volta siamo in Friuli Venezia Giulia e ci accolgono i fratelli Puiatti, fondatori di Villa Parens. Giovanni, innamorato perdutamente del Pinot Nero che non deve vedere neanche lontanamente il legno, ha ideato Gran Noire. Un blanc de noirs maturato in acciaio prima e poi in bottiglia, sui lieviti per 72 mesi. Presentato con Dosage Zero, la sfida nella sfida. Una spuma esplosiva e persistente, un naso scattante e poliedrico che ti lascia a bocca aperta. Non sai da che parte vuole andare, ora verso i fiori, ora verso la frutta matura, ora verso la pietra, ora verso un fornaio. Al sorso poi è un continuo rincorrersi di sensazioni gradevoli e nello stesso tempo intense, che si rincorrono nel cavo orale lungamente.

Sembra di vedere una partita di pallacanestro. Tutto un correre e saltare e stopparsi e ripartire più veloce per poi fermarsi di colpo e tirare e fare canestro. È proprio vero, certi vini assomigliano a chi li concepisce e questo Gran Noir è identico a Giovanni Puiatti, giocatore di basket. Interessantissimo è stato poi degustare da dove proviene questa agilissima bollicina. Ecco allora Ivangelo 2013 una tribute edition. Di lui dice Elisabetta: «Contiene armonie, suggestioni ed emozioni, frutto di una ricerca appassionata. È la lettura della vita, interpretazione di necessità e desideri, in piena sintonia con la realtà del tempo, perché uno stile originale ed inconfondibile, lascia il segno».

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Alberto Lupini


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