L'Abruzzo di Marchesi de' Cordano Vino di ricerca, tradizione e territorio
Un’azienda giovane, nata nel 2000 a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara. Marchesi de’ Cordano è guidata da Francesco D’Onofrio, terza generazione nel mondo del vino, coadiuvato dall’enologo Vittorio Festa
21 gennaio 2019 | 17:55
di Gabriele Ancona
«Il lavoro - ha spiegato D’Onofrio - si svolge sempre nel costante rispetto della natura e i vini Marchesi de’ Cordano esprimono struttura, personalità e longevità grazie all’interazione tra condizioni pedo-climatiche virtuose e scelte tecnologiche consapevoli: pergola abruzzese a tendone e cordone speronato basso relativamente alla forma di allevamento prescelta. Basse le densità di produzione (circa 5mila ceppi per ettaro, ndr) per favorire una giusta maturazione delle uve e una resa vocata alla qualità».
«Per la vinificazione in bianco di Trebbiano, Pecorino, Cococciola - Marchesi de’ Cordano è l’unica azienda del Pescarese a vinificarla - Passerina e Pinot Grigio si è deciso di utilizzare una tecnica all’avanguardia, quella del raffreddamento delle uve appena raccolte con ghiaccio secco - ha sottolineato Vittorio Festa -. Dopo il raffreddamento vengono pressate sempre in ambiente controllato e in assenza di ossigeno attraverso l’utilizzo di gas inerti argo. Terminata questa prima fase ci si prende cura del mosto, sempre a temperatura controllata, fino alla fase dell’imbottigliamento».
Francesco D'Onofrio e Vittorio Festa
Per quanto riguarda la vinificazione in rosso, dopo la raccolta e la pressatura delle uve ha inizio la macerazione del mosto a contatto con le bucce. Il processo avviene a una temperatura controllata di 25° C per circa 20 giorni. Il vino comincia quindi l’affinamento in legno, una parte in botte grande da 25 hl e una in barrique.I vini Marchesi de’ Cordano sono stati presentati il 16 gennaio a Milano al ristorante Sadler. Francesco D’Onofrio e Vittorio Festa hanno proposto i bianchi autoctoni e le interpretazioni del Montepulciano d’Abruzzo in abbinamento alle elaborazioni di cucina.
Con l’apertivo finger food sono stati serviti Santa Giusta Brut Metodo Classico e Aida Trebbiano 2017, vino elegante e raffinato. A seguire due annate (2017 e 2009) di Brilla Cococciola, caratterizzate da grande mineralità, freschezza e bouquet intenso. Hanno accompagnato Ravioli di pesce spada farciti di melanzana perlina con bagnetto giallo e zafferano ellenico. Gnocchi di funghi trombetta con astice, crauti, cumino e salsa allo speck hanno visto alternarsi un corposo e persistente Diamine Pecorino 2017 e Trinità Montepulciano Riserva 2013, tannico, elegante, dalla lunga persistenza. Altre declinazioni di Montepulciano con L’evoluzione della costoletta d’agnello farcita di tartufo nero e foie gras in crosta di pane e mandorle tostate. Serviti due campioni: Santinumi Riserva 2012 (avvolgente, complesso, seducente) e Trinità 2001, vino di corpo, morbido e dalla lunga persistenza.
Oltre al vino, da quattro generazioni la famiglia D’Onofrio produce sei tipologie di olio evo da cultivar Leccino, Gentile, Olivastro e Intosso, in purezza o blended. L’oleificio, in attività anche per conto terzi, accoglie sia impianti tradizionali con sei presse sia integrali di ultima generazione.
Per informazioni: www.cordano.it
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