Quando in una birra spicca il lattosio Milkshake Ipa, di tendenza negli Usa

05 marzo 2017 | 16:12
di Giovanni Angelucci
Chi avrebbe mai immaginato che saremmo arrivati a stappare un Milkshake. Si, avete capito bene, un Milkshake. Non è un nuovo stile birrario, tantomeno la vincitrice dell’ultimo strambo concorso brassicolo americano, è una sperimentazione del tutto nuova e dalle origini non ancora del tutto definite. Parliamo di birre che vengono chiamate Milkshake Ale e solitamente sono molto vicine alle India Pale Ale in stile American, la cui ricetta riporta tra gli ingredienti il lattosio.



È quest’ultimo a contraddistinguerle e renderle inconsuete tanto da richiamare l’attenzione del mondo su di loro. Ma da dove saltano fuori queste nuove creazioni? Pare che nel 2014 sia stata la svedese Omnipollo a sfornare la Smoothie Ipa che nel 2015 fu seguita dalla Milkshake Ipa, concepita e partorita dalla beer-firm scandinava e da Tired Hands from Pennsylvania.

Ve lo starete chiedendo tutti, cosa prevede esattamente la produzione di questa nuova birra mai sentita prima? Leggiamo e riportiamo quanto segue: “Una quota di frumento in miscela secca, poi avena e purea di mele (con la loro pectina) ad affiancare lo stesso lattosio nel creare dense nebbiosità, l’ulteriore aromatizzazione a base di vaniglia, nonché di luppoli di cultivar tipicamente statunitensi, l’aggiunta post-fermentativa di frutta”.

Pare che il suo habitat al momento sia da rintracciare nella zona nord-orientale degli Usa, il verdeggiante e pacifico New England, ma vive di sfaccettature già molto diverse nonostante l’attuale fase di rodaggio; infatti compare l’impiego di frutti differenti, dal lampone alla mora, dalla ciliegia al kiwi, a dimostrazione dei numerosi risultati ottenuti ed ottenibili. Inoltre sta destando la curiosità di altri produttori che hanno deciso di cimentarsi nelle milkshake, specialmente chi era ed è già molto in linea con le birre che vedono l’aggiunta di lattosio come le Porter e le Stout.

Insomma al momento non sembra qualcosa di così bizzarro e fuori dal comune ma ci vorrà del tempo per capire se la curiosa trovata sarà innalzata a rango di stile vero e proprio o se svanirà nel nulla come una bolla di…milk.

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Alberto Lupini


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