L'Asta del Barolo 2019 raccoglie 30mila euro per beneficenza

La 17ª edizione dell’Asta del Barolo si è svolta al Tempio dell’enoturista del Castello di Barolo con l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo in collegamento diretto con Tokyo, Singapore e Osaka

13 maggio 2019 | 11:46
di Piera Genta
A gestirla l’associazione Deditus, un piccolo gruppo di 12 vignaioli guidati da Gianni Gagliardo, produttore di La Morra, ideatore dell’asta nel 1998. Format unico, oltre 120 bottiglie di Barolo suddivise in 51 lotti, 35 aziende, alcune presenti in più lotti, alcune non esistono più, 29 annate di grande prestigio con un valore di partenza compreso tra i 100 e i 1.550 euro. L’annata più recente il 2010; quella più vecchia il 1947 rappresentata nel lotto n.20 da tre bottiglie di Giacomo Borgogno, Barolo riserva venduta per 470 euro a Tokyo. Banditore da oltre 20 anni, Giancarlo Montaldo, direttore del magazine Barolo&Co.



Il ricavato viene devoluto in beneficenza all’associazione senza scopo di lucro 1 Caffè dell’attore Luca Argentero, nata 7 anni fa e impegnata a sostenere piccoli progetti di solidarietà sul territorio. Il lotto speciale, il n.23 Deditus, comprendeva 8 Baroli tutti della stessa vendemmia, il 1999, con bottiglie di Azelia, Cordero di Montezemolo, Franco Martinetti, Michele Chiarlo, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti ed una forma di Bra duro d’alpeggio riserva Inalpi 18 mesi battuto a 2mila euro è andato all’ “Enoteca Bar Implicito” di Tokyo si è aggiudicata 26 lotti su 51.

Tra le aziende non più esistenti: il lotto n.13 con tre bottiglie di Franco Fiorina, un produttore che ebbe grande notorietà e prestigio negli anni Settanta e Ottanta che ebbe come enologo Armando Cordero, rispettivamente annata 1970, 1971, 1974 aggiudicato a 500 euro; il lotto n.25 sempre di Franco Fiorina per un Barolo 1964 aggiudicato a 600 euro. Grandi Baroli di scuola antica con uve provenienti da vigneti in diverse zone da Serralunga a Castigliole Falletto, La Morra.



Tra le bottiglie più recenti il lotto n.16 con il Barolo di Bartolo Mascarello del 1996 la cui etichetta d’autore che raffigura un volo di coccinelle, tema ricorrente nelle sue etichette, ha portato fortuna ad un grande della vinificazione: 360 euro aggiudicato ad una giovanissima appassionata. La base d’asta stimata dal banditore Giancarlo Montaldo assegnava un valore globale di € 22.020, con una media di 431,76 euro a lotto e di € 173,39 a contenitore, per le 118 bottiglie da 0,75 litri, 8 Magnum fa 1,5 litri e 1 Doppio Magnum da 3 litri. L’incremento è stato di un + 15%. Ricavato totale circa 30mila euro.

L’Asta si è conclusa con un pranzo realizzato da Mariuccia Ferrero del ristorante San Marco di Canelli che quest’anno festeggia i 60 anni di attività e i trent’anni dall’ottenimento della stella Michelin. L’edizione 2020 dice Gianni Gagliardo sarà nuovamente a maggio, naturalmente sempre a Barolo.

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