Dall'Etna i vini di Cantine Nicosia Il vulcano rivive nella mineralità

Etna Rosso Riserva 2012 ed Etna Bianco Fondo Filara 2017 di Tenute Nicosia, seppur di target diversi, in un certo senso racchiudono nel vetro sia il vulcano, sia l'amore per il territorio della famiglia Nicosia

15 settembre 2018 | 15:21
Nicosia è una famiglia che dal 1898 si è dedicata al vino, inizialmente solo vendendolo nelle loro tante botteghe. La quarta generazione a Trecastagni (Ct), nel versante sud-est del vulcano acquistò 20 ettari di vigne oltre a 40 nel ragusano tra Vittoria ed Acate. Pertanto Nicosia può contare sulle due denominazioni più di successo del panorama siciliano: Etna e Cerasuolo. La quinta generazione è guidata da Carmelo Nicosia, che per la sua timidezza difficilmente si offre al pubblico, affiancato dai figli Graziano, direzione generale, e Francesco, produzione. Completano la squadra Antonio Caruso, direttore commerciale, Antonio Marino, marketing, Alessandro Lo Genco, agronomo, ed una giovane ma esperta enologa Maria Carella.

Visto il successo commerciale per la bontà e qualità dei loro vini hanno acquistato e piantato altri 42 ettari sull’Etna, la maggior parte nel versante nord, e altri 15 nel ragusano.


Francesco, Carmelo e Graziano Nicosia

Una squadra a tempo pieno, per dedicarsi alla territorialità della produzione, per curare al meglio i vigneti, per ottenere ottimi vini che siano anche abbordabili economicamente, per lavorare sodo onde vendere 2 milioni di bottiglie che stanno avendo un crescente successo anche all’estero.


L'ingresso

Nel 2008 sono stati realizzati, nel rispetto del paesaggio e secondo i principi dell’ecosostenibilità, gli spettacolari edifici dell’azienda: cantina, museo, uffici, bottega e osteria di pregio, dove nel 2017 ben 25mila appassionati hanno potuto degustare i vini, magari accompagnati dai deliziosi piatti di ispirazione regionale curati dallo chef Giuseppe Nicotra, un’esperienza da provare.


L'osteria

Ci limitiamo a parlare dell’Etna, dei vigneti vulcanici di montagna a quote tra i 680 e i 750 metri, assolati di giorno, freschi e ventilati di notte, in genere a spalliera in terrazze, limitati da paesaggistici muretti a secco in pietra lavica. Vigneti condotti tutti in biologico. Le varietà, quelle locali: Nerello Mascalese e Cappuccio nella classica suddivisione di 80% e 20% per i rossi e Carricante 70% e Catarratto 30% per i bianchi, quindi nessun volo pindarico con varietà non locali. A questi si aggiungono parecchi ettari in affitto e in convenzione pluriennale dove i proprietari sono seguiti e guidati dai tecnici dell’azienda per soddisfare le severe specifiche imposte.

Sono una ventina le referenze che vanno all’Horeca, altrettante alla Gdo; le linee di prestigio: Etna Riserva, poi Sosta Tre Santi, la serie limitata dedicata da Carmelo alla sua città, dove appunto fecero sosta i 3 Santi Alfio, Cirino e Filadelfo nel loro viaggio verso il martirio e infine Fondo Filara, migliore espressione delle Denominazioni d’origine dell’azienda. Da menzionare i 2 eccellenti spumanti metodo classico, uno da Nerello Mascalese, l’altro da Carricante. Noi degustiamo Etna Rosso Riserva 2012 ed Etna Bianco Fondo Filara 2017, due vini quindi da target diversi ma sempre perfetta espressione del vulcano.


Il Monte Gorna

Per entrambi le uve provengono dalle vigne in contrada Monte Gorna, a circa 750 m. Le basse rese, la raccolta manuale in cassette e l’accurata selezione delle uve danno vita ad un Bianco e ad un Rosso Riserva di grande eleganza, che trovano la loro cifra distintiva nella mineralità tipica del territorio vulcanico.



Il Riserva Rosso, da uve di Nerello Mascalese (90%) e Cappuccio, fermenta con lieviti selezionati e passa circa 4 anni di maturazione in cantina, di cui 2 in barrique di rovere francese di secondo e terzo passaggio e altri 2 in bottiglia che ne completano il profilo gusto-olfattivo. Nel calice il colore è rubino scarico, quello classico etneo; un naso complesso, rotondo, con amarena, prugna, melagrana, speziato, un sottofondo balsamico e di pietra focaia, elegante, finissimo, inebriante; al palato è morbido, di intensa armonia, circolare, con tannini ed acidità equilibrati e senza spigoli, corpo sontuoso, eccellente fragranza, un vino che invoglia a bere anche da solo in salotto. Da abbinare alle carni e a pecorino semi stagionato. 34 euro in enoteca.



L’Etna Bianco Fondo Filara è tutto giocato con attento controllo delle temperature, macerazione a freddo per 24 ore, decantazione statica, fermentazione, affinamento in acciaio sulle fecce fini, breve passaggio in tonneau di acacia e riposo per 4 mesi in bottiglia. Nel calice il colore è paglierino con una leggera doratura. Affondando il naso si sente immediatamente il vulcano con le sue note di ardesia, di pietra focaia, di secca mineralità, accompagnate da fiori di ginestra, mela, pompelmo e cappero; un olfatto di intensa espressione e pulizia. In bocca c’è una perfetta corrispondenza a quanto già sentito, il vino è sapido, quasi salato, di equilibrate freschezza ed acidità, di vivace struttura, grande e tanto lungo. Da abbinare ai prodotti del mare ma capace di affrontare le carni bianche e addirittura un pecorino stagionato. 14 euro in enoteca.

Per informazioni: www.cantinenicosia.it

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Alberto Lupini


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