Fontanafredda con Nomacorc Vinventions Ad ogni vino il suo tappo

È scattata la 3ª edizione di “Barolo week(s)” che fino all’1 novembre propone una serie di eventi dedicati al Barolo. 100 per la precisione gli appuntamenti in programma tra masterclass, degustazioni e cene guidate

22 ottobre 2018 | 16:28
di Guido Gabaldi
I “festeggiamenti”, firmati da Eataly e Fontanafredda, storica cantina piemontese che proprio quest'anno festeggia i suoi 160 anni, si svolgeranno in tante città nel mondo per celebrare uno dei simboli del Made in Italy enologico e hanno preso il via da Milano con un'anteprima particolare: una degustazione di tappi.



Nella megaboutique dello stile gastronomico italiano, Eataly Milano Smeraldo, le chiusure per vino innovative e sostenibili di Nomacorc Vinventions, leader mondiale nel settore, sono state testate da un gruppo di giornalisti ed esperti. In assaggio il Barolo Docg del Comune di Serralunga d’Alba e il Gavi di Gavi Docg di Fontanafredda con una regola: stesso vino, stesso giorno di imbottigliamento, tappi con diverso grado di permeabilità all'ossigeno. Il risultato? Il gusto del vino cambiava significativamente in base alla chiusura utilizzata.

«Il tappo - ha dichiarato Antonino La Placa, sales manager Italia presso Nomacorc Vinventions - svolge un ruolo decisivo per proteggere e garantire la maturazione del vino, proprio come succede con le botti. Oggi la mia azienda è in grado di offrire una gamma di tappi di alta qualità, che consentono una penetrazione di ossigeno assolutamente prevedibile e misurabile, semplificando così il lavoro di chi deve, in un certo senso, programmare l’invecchiamento di un vino in funzione della sua commerciabilità. Il materiale utilizzato è il biopolietilene, riciclabile al 100%. Ulteriore vantaggio, rispetto al concorrente in sughero, è che il vino chiuso col nostro prodotto non saprà mai di tappo, perché il biopolietilene è inerte, molto più del sughero. E nemmeno ha bisogno di essere umidificato: non ha importanza, perciò, che la bottiglia sia conservata in piedi o coricata».



E se un grande produttore come Fontanafredda (780mila bottiglie solo di Barolo, produzione complessiva 8,5 milioni di bottiglie all’anno fra rossi, bianchi e bollicine) decide di abbandonare progressivamente il tappo tradizionale, è proprio il caso di drizzare le orecchie. «Ma all’inizio - continua La Placa - gli enologi di Fontanafredda nemmeno volevamo ricevermi. Un’innovazione radicale come il biopolietilene, ricavato dalla canna da zucchero e destinato a sostituire un materiale adoperato per secoli, doveva per forza suscitare perplessità e resistenze. Nel 2013, finalmente, abbiamo iniziato a collaborare, e dopo aver esaminato i risultati derivanti dalla chiusura sintetica, la direzione dell’azienda ha compreso i vantaggi, anche in termini di sostenibilità ambientale: l’intera produzione del tappo sintetico è a zero emissioni di anidride carbonica».



Alla prova gustativa e olfattiva, si è notato che il Barolo Serralunga del 2013, se tappato col sintetico è più evoluto olfattivamente, più aperto, con tipici sentori di bosco mediterraneo; al medesimo vino il sughero ha consentito una minore evoluzione, con maggiore presenza dell’impronta minerale, del muschio, della terra bagnata. In ogni caso, i due principali fattori di successo, quelli che hanno convinto anche gli enologi più restii, sono stati la prevedibilità e l’uniformità delle performance fornite dai tappi sintetici. Se poi si considera che quest’ultimi in media costano un terzo dei loro concorrenti, si capisce perché e come questo settore di mercato, negli anni a venire, sia destinato a cambiare profondamente: seguendo la direttrice dei prezzi, ma anche quella della sostenibilità ambientale.

Per informazioni:
www.fontanafredda.it
www.vinventions.com

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