La Versa riparte dopo il fallimento Intervengono Terre d'Oltrepò e Cavit

20 febbraio 2017 | 19:39
Nuovo futuro per La Versa, uno dei simboli dell'enologia lombarda. Terre d'Oltrepò, la più grande cantina vitivinicola cooperativa dell'Oltrepò Pavese, in cordata con la cooperativa trentina Cavit, si aggiudicano la cantina La Versa per 4,2 milioni di euro (il curatore del fallimento aveva messo in vendita con una base d'asta di 4,15 milioni di euro). Alla cantina era interessata anche la Cantina di Soave che aveva presentato un'offerta i primi giorni di gennaio ma, come annuncia dalla cittadina veronese, ha ritenuto di non partecipare all’asta odierna.



«È un'operazione strategica di grande importanza per la valorizzazione e il rilancio dell'intero territorio dell'Oltrepò Pavese alla luce del nuovo corso intrapreso dalla nostra cantina», commenta Andrea Giorgi il presidente di Terre d'Oltrepò che ha la maggioranza della newco Valle della Versa.


Andrea Giorgi

Fa eco il Presidente di Cavit Bruno Lutterotti: «Siamo lieti di poter contribuire con la nostra esperienza tecnica e manageriale a questa operazione di rilancio, esempio di come 'fare sistema' nel mondo cooperativo e creare valore per i soci viticoltori», le due società sono peraltro legate da tempo da consolidati rapporti di collaborazione commerciale.

La cantina di Soave era stata la prima ad aver presentato la proposta all'inizio dell'anno, dopo che il primo bando era andato deserto: l'importante realtà veneta aveva presentato un'offerta irrevocabile di acquisto di 4 milioni 150mila euro, che le avrebbe consentito di aggiudicarsi la cantina nel caso non si fossero presentati altri contendenti. Situazione poi annullata dalla discesa in campo di Cavit e Terre d'Oltrepo'.



Non tutto il territorio oltrepadano, però, vede di buon occhio la partecipazione della cantina di Broni: in alcuni ambienti politici e sindacali, infatti, la speranza era che "La Versa" finisse nelle mani di esterni. Ad appoggiare la soluzione interna, invece,  una parte delle associazioni agricole e l'area di riferimento del ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina. Anche una parte dei soci e dei consiglieri della cantina di Broni aveva frenato sull'operazione, considerata economicamente azzardata.

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Alberto Lupini


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