Sì al taglio su Doc, Igt e Docg Gli agricoltori: un aiuto alle aziende
Cento milioni di aiuti dal Governo per evitare il calo prezzi e dare un'opportunità per migliorare la qualità. Ora però serve un grande progetto di rilancio che punti sulla promozione dei territori vitivinicoli
23 luglio 2020 | 17:40
Cento milioni di euro dal Governo per contenere la produzione di vino e migliorare la qualità di Doc e Igt. Il via libera è arrivato con la firma del Ministero delle Politiche agricole, d'intesa con il Mef, sulle disposizioni relative alle modalità di applicazione dell’articolo 223 del Dl Rilancio. Grande soddisfazione è stata espressa da Cia-Agricoltori Italiani.
«Uno strumento molto atteso - si legge in una nota - che arriva in soccorso delle aziende vitivinicole che puntano sulla qualità e che sono state fortemente penalizzate dal lockdown, con il forte rallentamento delle vendite del canale Horeca e dell’export, e un conseguente aumento degli stock di prodotto invenduto a ridosso della nuova campagna vendemmiale. Anche se il decreto arriva quasi a fine luglio, con molte scelte già fatte da parte degli agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’uva bianca rappresenta un aiuto alle aziende, in particolare per migliorare la qualità del prodotto e regolare il mercato, evitando ripercussioni negative sul livello dei prezzi dei vini».
La misura, che consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione o la mancata raccolta di una parte di questi, ha come importi massimi per ettaro: 500 euro per uve destinate a vini Igt; 800 euro per uve destinate a vini Doc; 1.100 euro per uve destinate a vini Docg.
«Ovviamente - sottolinea la Cia - il decreto da solo non basta a rilanciare un settore da 13 miliardi, di cui oltre 6 miliardi realizzati sui mercati esteri, così colpito dagli effetti del Covid-19. Serve lavorare su un “progetto Italia” in cui i vini dei territori siano protagonisti e facciano da traino al Made in Italy nel mondo. Per questo, bisogna orientare al meglio le risorse, puntando su promozione, Ocm e internazionalizzazione».
Il plauso di Cia alla decisione del Mipaaf
«Uno strumento molto atteso - si legge in una nota - che arriva in soccorso delle aziende vitivinicole che puntano sulla qualità e che sono state fortemente penalizzate dal lockdown, con il forte rallentamento delle vendite del canale Horeca e dell’export, e un conseguente aumento degli stock di prodotto invenduto a ridosso della nuova campagna vendemmiale. Anche se il decreto arriva quasi a fine luglio, con molte scelte già fatte da parte degli agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’uva bianca rappresenta un aiuto alle aziende, in particolare per migliorare la qualità del prodotto e regolare il mercato, evitando ripercussioni negative sul livello dei prezzi dei vini».
La misura, che consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione o la mancata raccolta di una parte di questi, ha come importi massimi per ettaro: 500 euro per uve destinate a vini Igt; 800 euro per uve destinate a vini Doc; 1.100 euro per uve destinate a vini Docg.
«Ovviamente - sottolinea la Cia - il decreto da solo non basta a rilanciare un settore da 13 miliardi, di cui oltre 6 miliardi realizzati sui mercati esteri, così colpito dagli effetti del Covid-19. Serve lavorare su un “progetto Italia” in cui i vini dei territori siano protagonisti e facciano da traino al Made in Italy nel mondo. Per questo, bisogna orientare al meglio le risorse, puntando su promozione, Ocm e internazionalizzazione».
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Alberto Lupini
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