Il tappo “Zest!” di Nomacorc chiude l’Alta Langa Docg di Fontanafredda

21 aprile 2016 | 17:06
A Vinitaly ha colpito tutti, dagli operatori ai semplici appassionati, per le sue caratteristiche tecniche e per l’ecosostenibilità, confermando che ci sono chiusure alternative sinonimo di qualità e sicurezza per i vini che le utilizzano. Stiamo parlando di “Zest!”, la nuova chiusura completamente riciclabile e a zero impatto di carbonio prodotta da Nomarcorc e presentata nei giorni scorsi all’evento dedicato al mondo del vino per eccellenza: Vinitaly.
 


Per l’occasione “Zest!” è stato messo alla prova con un vino importante, l’Alta Langa Docg di Fontanafredda, a dimostrazione che sempre più produzioni d’eccellenza mostrano una crescente attenzione per le soluzioni di chiusura studiate da Nomacorc. Il risultato è stato un inequivocabile successo, sia tra i tantissimi wine lovers che tra gli esperti e gli operatori del settore.
 


Ne spiega le ragioni Filippo Peroni (nella foto sopra), direttore commerciale per l’Italia ed il sud-est Europa di Nomacorc: «Questa chiusura è frutto di un lungo lavoro di ricerca che ci ha consentito di raggiungere risultati estremamente importanti, sia dal punto di vista tecnico che da quello della sostenibilità. Questo tappo consente di eliminare una serie di difetti del vino, a partire dall’odiato “sapore di tappo”, garantisce l’omogeneità della produzione e la sicurezza della chiusura stessa. Inoltre, si tratta di un prodotto che utilizza biopolimeri rinnovabili a base vegetale, derivati dalla canna da zucchero ed è realizzato con materiali per uso vegetale, in grado di proteggere sapore, colore e aroma. Stiamo parlando del primo tappo al mondo a impronta di carbonio zero per vini frizzanti e spumanti, un obiettivo raggiunto per noi estremamente importante».



«Il tappo “Zest!” di Nomacorc - aggiunge Danilo Drocco (nella foto sopra), enologo di Fontanafredda - oltre ad essere prodotto con materiali naturali e senza emissioni di anidride carbonica, viene realizzato con diverse micrometrie, grazie alle quali si riesce a decidere la quantità di ossigeno che il tappo può lasciare entrare. Diventa quindi una scelta tecnologica, che ci permette di raggiungere contemporaneamente diversi obiettivi: non abbiamo più sapore di tappo, la chiusura risulta performante rispetto al vino ed è un tappo ecologico. La novità di quest’anno è la realizzazione di un tappo “Zest!” con la classica forma “a fungo” per lo spumante. In questo caso il tappo mantiene all’interno della bottiglia la CO2».


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Alberto Lupini


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