I vini di Terre di Shemir Chicche nell’enologia trapanese

Con la filosofia della “qualità ad ogni costo”, i Pellegrino hanno impiantato quasi 4 ettari di vigneti, la maggior parte Nero d’Avola e Grillo, ma non mancano gli internazionali e un poco di Petit Verdot e Tempranillo

21 ottobre 2018 | 10:21
Di Terre di Shemir della famiglia Pellegrino abbiamo già scritto per il suo olio, splendido, mediterraneo anzi siculo, pluripremiato, con il quale l’azienda si è finora identificata. Ricordiamo che i Pellegrino nel ‘96 acquistarono un podere di 36 ettari in contrada Guarrato di Trapani. Erano 4 ettari di vigneto, tanti ulivi, molti secolari, e parecchio incolto. Francesco, il capofamiglia, la mente oltre che la guida, si è sbracciato col validissimo aiuto della moglie Lara, che oltre ad essere la titolare ufficiale dell'azienda si occupa dell'amministrazione, della figlia Irene, enotecnico, e del genero Salvatore Di Trapani, che conduce tutte le operazioni della campagna.


La famiglia Pellegrino

I vigneti dai suoli calcareo-argillosi sono a quote poco più alte dei 100 metri, non molto lontano dal mare. Francesco, che dirige in pratica tutto, non vuole impantanarsi nella burocrazia del biologico anche perchè la sua filosofia è rivolta ad ottenere il miglior frutto possibile quindi se normalmente i trattamenti sono limitati a soli zolfo, rame e gesso, concimazioni con stallatico e sovescio di favino, qualora intervenisse un attacco parassitario qualche trattamento, assolutamente necessario lo compie.



Come non possiede frantoio per l’olio non ha cantina per il vino in quanto ragiona che è meglio, sia qualitativamente che economicamente, servirsi delle migliori strutture della zona che averne di piccole, difficili da gestire ed aggiornare. Fino al 2015 le etichette erano 10, troppe e nello stesso tempo confusionarie, non si ottenevano i risultati sperati anche in termini di piacevolezza. Così nel 2016 subentra come cointeressato Dino Croce, un enologo dalle idee chiare. Quindi la rivoluzione: si vendono le uve degli internazionali e ci si limita a vinificare solo gli autoctoni Nero d’Avola, Grillo e Zibibbo che piano piano subentreranno alle altre varietà.


Dino Croce e Irene Pellegrino

La cura maniacale alla vigna determina forti diradamenti e potature verdi in modo da ridurre drasticamente la quantità privilegiando una qualità assoluta. Le etichette sono 4 e per gratitudine verso i familiari tutti i vini portano un nome dedicato ed ispirato ad un membro della famiglia: Paradiso di Lara alla moglie, Fedire alle figlie, Ennaro al genero, Erede ai nipoti. Anche la distribuzione è stata riorganizzata quindi per ora le bottiglie prodotte sono solo 13mila, una chicca curata nei minimi particolari ma già sono in programma ulteriori confezionamenti anche perchè la vendita all’estero sta riscuotendo successo.



Degustiamo Paradiso di Lara, Nero d’Avola in purezza, e Fedire, Grillo e Zibibbo, entrambi 2016 e Igp Terre Siciliane. Il primo matura in barrique nuove e usate per 6 mesi e in bottiglia per altri 6. Nel calice il colore è granato impenetrabile con bordi vivacemente viola; all’olfatto è di notevole attrattività con tanta frutta: ciliege, amarene anche sotto spirito, prugne arricchite da note balsamiche, di caffè, cioccolato, spezie e un sottofondo leggermente vegetale, intenso e franco; al palato si ritrovano i sentori olfattivi e si avverte una buona vivacità, i tannini sono presenti ma vellutati, robusta struttura sorretta da un grado alcolico di 14,5%, il tutto in perfetta armonia con un finale lungo, caldo e leggermente amarognolo. Un ottimo Nero d’Avola da abbinare alla carne e ad un formaggio pecorino mediamente stagionato.

Il Fedire fa solo acciaio e 3 mesi in bottiglia, brilla di un colore paglierino carico; al naso è un’esplosione di aromaticità e di profumi di glicine, rosa, viola, frutto della passione, mango, arancia amara, ma non è sdolcinato per la presenza del Grillo che gli dona un carattere di mineralità e un lieve substrato vegetale, un mix di eleganza e di fascino; in bocca continuano le sensazioni aromatiche ben bilanciate da un’acidità perfetta, da una sapidità affatto eccessiva, è un vino di buona struttura con 12,5%, che invoglia a bere, perfetto come aperitivo o per accompagnarlo ai crostacei e alle ostriche, ma specialmente al couscous trapanese di pesce.

In enoteca o in vendita diretta rispettivamente a 15 e a 10 euro.

Per informazioni: www.terredishemir.com

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Alberto Lupini


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