Vendemmia, appeal per il turismo. Il progetto delle Città del Vino

Per la prossima estate “vigne aperte” in 460 Comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica riuniti nell’associazione. Un’esperienza didattica, ma anche un modo di promuovere centinaia di territori vocati e borghi

11 febbraio 2021 | 12:58
Le Città del Vino preparano per l’estate 2021 la prima vendemmia turistica su scala nazionale. Un’esperienza didattica, ma anche un modo originale di promuovere centinaia di territori “minori” vocati all’enogastronomia, borghi e piccoli Comuni attraverso una breve esperienza di enoturismo attivo. Il progetto pilota è stato lanciato lo scorso settembre dal Comune di Alba (Cn), poi adottato da Asti e Alessandria, attraverso un protocollo d’intesa con le principali associazioni agricole, l’Ispettorato del lavoro e lo Spresal, servizio di prevenzione e sicurezza e che adesso arriva sul tavolo dei sindaci di 460 Comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica riuniti nell’Associazione nazionale Città del Vino.

Le Città del Vino preparano per l’estate 2021 la prima vendemmia turistica su scala nazionale

Enoturisti: 14 milioni di persone

«Abbiamo deciso di allargare e promuovere questa buona pratica nei territori rurali ed enoturistici di tutta Italia, anche per lanciare un messaggio di speranza e ripartenza attraverso un’esperienza turistica originale e sicura, che guarda alla natura, agli spazi aperti e alla ricerca di benessere e qualità – ha commentato il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon - Il coinvolgimento dei vendemmiatori turistici avverrà nel rispetto delle norme stabilite nei protocolli, per poche ore e a carattere didattico ed esperienziale, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro. La vendemmia turistica può dare un nuovo impulso al settore, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria, e che prima del Covid valeva oltre 2,6 miliardi di euro solo in Italia, grazie a un pubblico di enoturisti che nell’ultimo rapporto di Città del Vino abbiamo stimato in 14 milioni di persone».


La vendemmia turistica può dare un nuovo impulso al settore, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria 

Come già disciplinato ad agosto 2020 dal Comune di Alba, il protocollo qualifica la vendemmia didattica come attività integrativa e connaturata allo sviluppo turistico del territorio, inserita nell’ambito delle attività enoturistiche. Si tratta, in sintesi, di attività non retribuita, ristretta a poche ore e non oltre l’arco della giornata, rivolta a un pubblico attento di turisti enogastronomici, legati al soggiorno nelle strutture ricettive del territorio oppure in visita giornaliera alle cantine. La vendemmia enoturistica ha dunque carattere strettamente culturale, ricreativo e didattico, è rivolta a un numero di persone limitato e comunque in misura proporzionata alla dimensione della vigna.

L'operatore enoturistico dovrà garantire ambienti adeguatamente attrezzati per la tipologia di attività svolta e dotarsi di assicurazione di responsabilità civile verso terzi per danni a cose e persone. Le operazioni di raccolta di uve e gestione di pratiche agricole si svolgeranno nel rispetto delle norme e discipline igienico-sanitarie e di sicurezza, anche al rispetto della normativa anti-covid.

Per informazioni: www.cittadelvino.it

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Alberto Lupini


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