I nuovi vini dell’azienda Montecappone Etichette spiritose, gusti freschi

24 maggio 2017 | 18:11
di Carla Latini
Lunedì 21 maggio, il battesimo della Passerina e del Pecorino di Gianluca Mirizzi, patron dell’Azienda Vitivinicola Montecappone di Jesi, ha avuto un emozionante palcoscenico naturale, all’ombra del Monte Conero. Madame Rina e Monsieur Rino hanno incuriosito e soddisfatto gli appassionati che sono intervenuti alla cena organizzata presso il Ristorante Marcello di Gianni e Marcello, a Portonovo. I due cru portano nomi eccentrici che sono le sillabe finali dei nomi propri dei vitigni, appunto rina e rino.



Spiritose e divertenti le etichette che ricordano il volto di una donna con una grande bocca rossa e di un uomo con eleganti baffi neri. Mirizzi ha spiegato al pubblico che, vista l’insistente richiesta del mercato estero, ha dovuto insistere questi vitigni. Ma, sempre sincero fino in fondo, ha fortemente voluto che fossero all’altezza della filosofia della Montecappone. L’azienda è a Jesi dall’inizio degli anni ‘60 ma è solo nel 1997, con la Famiglia Bomprezzi (genitori di Mirizzi e primi venditori di vino di pregio a Roma), che prende una piega rivolta alla assoluta qualità, dalle coltivazioni alle bottiglie, partendo dai vitigni locali autoctoni per eccellenza come Verdicchio, Sangiovese e Montepulciano.


Gianluca Mirizzi

La Passerina si presenta con un colore giallo paglierino con riflessi verdolini, sentori di biancospino e acacia, nuances di pesca bianca. È fresca e discreta. Perfetta per l’aperitivo, per crostacei alla griglia e sogliole al vapore. Il pecorino è paglierino brillante, ha sentori di fiori di acacia e frutta a polpa bianca, uniti a sentori di macchia mediterranea e note iodate. Perfetto per fritti di pesce e verdure tipo fiori di zucca e alici. Sorso morbido e fresco con un finale lungo ed agrumato. Per dare più spessore alle due degustazioni Marcello Nicolini e i suoi cuochi hanno studiato un menu dedicato. Cominciando, stupendo tutti, con i Moscioli di Portonovo in tre versioni: sauté, fritti pastellati e al gratin. Da notare e provare la delicatezza e la freschezza del gratin dovuta alla buccia di limone grattugiata e alla concassé di pomodorini.


Marcello Nicolini

I Moscioli hanno avuto accanto validi compagni come calamari fritti (una nuvola!), pizza bianca e rossa, seppie con i piselli e, immancabile, il fritto di paranza con gamberoni dell’Adriatico. Piatto di mezzo dei superbi spaghetti di Gragnano con Moscioli e pomodoro. Per il dolce, il mitico ciambellò della mamma di Nicolini, Mirizzi aveva fatto preparare il suo Tabano Rosso, Montepulciano in purezza destinato all’invecchiamento. Ottimo nell’abbinamento.

Per informazioni: www.montecapponevini.it

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