Ravasio 1926, filiera controllata dal contadino al consumatore

Origine, produzione e servizio. Una catena che parte dal chicco di caffè e che vede nella tazzina servita al consumatore l’ultimo anello. Un percorso sempre sotto la lente d’ingrandimento del controllo

01 dicembre 2019 | 14:35
«Una filiera monitorata in modo costante e attento è il risultato di un lavoro di squadra ben organizzato», spiega Sergio Pietro Ravasio, alla guida dell’azienda di famiglia Ravasio 1926, la torrefazione di Brusaporto (Bg) che nel 2019 ha festeggiato i 30 anni di attività. Brasile, India, Colombia, Centro America, Etiopia e Caraibi sono i luoghi dove nascono i caffè Ravasio, tostati per provenienza al fine di preservare le caratteristiche organolettiche di ogni specie. Maniacale l’attenzione alle materie prime. L’impianto di Brusaporto ha una capacità produttiva di 4.500 kg di caffè e lo stabilimento si sviluppa su una superficie di 2.000 metri quadri.


Brasile, India, Colombia, Centro America, Etiopia e Caraibi sono i luoghi dove nascono i caffè Ravasio

«Il nostro ciclo produttivo - sottolinea Ravasio - è presidiato da un nuovo impianto costituito da selettori ottici magnetici e selettori di crivello per pulire e controllare tutti i chicchi, che vengono setacciati tramite il vibrovaglio, apposite lastre con fori calibrati. Assicuriamo quindi un controllo totale di filiera, con un monitoraggio completo sulla materia prima».

Il caffè viene quindi confezionato e sigillato da un moderno impianto automatizzato. Confezioni ermetiche custodiscono la miscela finale (in chicchi, cialde o macinato), consentendone il mantenimento attraverso una conservazione ottimale che non ne altera l’aroma e le proprietà organolettiche. La strategia organizzativa prevede che ad ogni tipologia di prodotto corrisponda una zona dedicata del magazzino per favorire la gestione logistica degli ordini, dei trasporti e delle consegne in Italia e all’estero.


L'azienda dispone di una sala corsi dedicata alla formazione dei professionisti

L’ultimo anello della “catena virtuosa” di Ravasio 1926 è rappresentato dal servizio. Un caffè Ravasio deve esprimere nella tazzina tutti i suoi valori. «La formazione degli operatori professionali è fondamentale - ricorda Sergio Pietro Ravasio - per questo, oltre al monitoraggio costante sul punto vendita, abbiamo allestito una sala corsi all’interno dell’azienda dove un autorevole corpo docente tiene due cicli di seminari destinati a chi parte da zero e sta per aprire un bar e a chi, già del mestiere, vuole fare un salto qualitativo. Tra le materie in programma, caffetteria e latte art».

Per informazioni: www.cafferavasio.it

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Alberto Lupini


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